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Oracolo manuale per poete e poeti

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di Lucia Gandolfi

Scritto a quattro mani da Giulio Mozzi e Laura Pugno. Le illustrazioni sono di Sebastian Kudas – edito Sonzogno

L’introduzione di questo oracolo scritto per chi vuole entrare nel mondo della poesia da una porta diversa da quella accademica, più ludica e nel contempo altrettanto seria, vuole suggerire un uso più consapevole del libro e della scelta delle parole. È una lettura che può essere fatta prima per conoscere i suggerimenti e la storia dietro questo libro. Si può leggere anche per ultimo dopo avere percorso il proprio cammino in autonomia e solo successivamente ascoltare le parole dell’autore: una chiacchierata quasi alla pari tra chi conosce ciò che è stato scritto e il lettore che ha seguito un percorso tutto suo.
L’oracolo risponde (nella pagina di destra) alle domande che gli vengono poste con una logica stringente a cui Giulio Mozzi e Laura Pugno (nella pagina di sinistra) provvedono ad aggiungere spiegazioni, suggerimenti, poesie, nomi di autori.
Provo a fare delle domande all’oracolo: spero abbia voglia di rispondermi.

D – Da dove parto se voglio scrivere poesie?
R – Prima delle parole.
Temo di avere fatto una domanda ovvia provo a leggere i suggerimenti nella pagina di sinistra sperando di capire un poco di più. “Se leggessi il tuo testo solo col corpo, cosa ti direbbe?” E aggiunge una spiegazione a metà tra il mistico e il fantastico dove i suoni e le rime che affiorano nella nostra mente potrebbero risalire ai primi vagiti.
D – Che cosa ci faccio con le parole?
R – Prendi nota.
L’inizio è un quaderno o un blocco con una penna che diventano gli unici compagni da cui non ci si può separare mai… sono scritti di getto seguendo solo il bagliore dell’intuizione. Verranno scritti in un secondo quaderno con meno illuminazione e maggiore lavoro, poi in un terzo e in un quarto: a ogni quaderno successivo aumenta il lavoro e diminuisce l’illuminazione creativa.
D – Va bene. Quale strada seguire? Io non penso sarò mai in grado di scrivere poesia, ma se volessi?
R – Poetare è/e filosofare.
Su quale lato cade la tua moneta? Il poeta parla al singolo, all’io; il filosofo parla al tutto… mentre io mi perderò nelle parole, forse solo i suoni e le immagini riusciranno a penetrare nella mia mente.
D – Non sarò mai poeta: le mie parole seguono un ordine narrativo non poetico. Mi sembra di vedere una luce in lontananza, ma non so che cosa farne.
R – Chiudila nel cassetto.
Lascia che stagioni al buio. Non mostrarla subito a tutti.
D – Lungo il cammino / stretta la via / dite la vostra in forma di poesia.
R – Come al solito qualcosa di nuovo.
Mi guarda male, forse ho esagerato…
D – Scusa se mi sono permessa, ma non…
R – …Riesci a far ridere?
Si e anche perché l’incomprensione sembra essere il lato comune della poesia. Chissà potrei accettare i suggerimenti e leggere: “Ad un orologio guasto” di Guerrini.
D – Quanti autori, poesie, suggerimenti ci sono in questo libro… vorrei continuare questa conversazione, vorrei…
R – Chiudi

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