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Omaggio a Sixto Rodriguez ,“Sugar Man”

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di Alessandra Sofisti

A molte persone, e a chi scrive, la notizia diffusa il  9 agosto della scomparsa di Sixto Rodriguez , ottantunenne, ha provocato sincero dolore. Nel 2012 scoprii del tutto casualmente andando al cinema il documentario “Searching for Sugar Man” del regista Malik Bandjelloul, presentato al Sundance Film Festival e l’anno dopo al Biografilm Festival di Bologna. Nei giorni successivi  avevo  ricercato – non senza fatica –  i cd del folk singer di Detroit di origini messicane, negli ultimi negozi di dischi ancora esistenti e resistenti. Impellente era stata anche l’urgenza di comunicare ad amici e parenti la storia straordinaria di un musicista, operaio-manovale nei cantieri edili, truffato dalla Casa discografica che aveva inciso alla fine degli negli anni’60 i suoi primi due dischi. Nel 2013 il documentario vinse l’Oscar. La storia presenta aspetti incredibili, ma comprensibili perché tutto avvenne prima dell’era Internet. Dopo che Clarence Avant, direttore – impresario della Sussex Records,  che lo  aveva scoperto mentre di sera suonava in locali piuttosto infimi della città, lo mortificò comunicandogli che Cold Fact il primo dei due dischi aveva venduto solo 6 copie,  Sixto Rodriguez tornò a fare il manovale. Contemporaneamente studiò all’Università, si sposò, ebbe 3 figlie, continuando il suo lavoro senza mai abbandonare la musica che lo appassionava rock-folk-soul . Nel frattempo i suoi dischi erano “atterrati”  – letteralmente -in Sudafrica, subito censurati dal regime, che li ritirava dai punti vendita e li archiviava con graffiature che non avrebbero mai più permesso l’ascolto dei vinili. Diffusi clandestinamente tra i giovani, divennero presto una “bandiera” contro l’apartheid. Nel frattempo voci infondate circolavano – senza nessun riscontro – sugli organi di stampo e annunciavano “la morte per suicidio del  musicista americano che sarebbe avvenuta sul palco durante un concerto.” Con l’arrivo di Internet due grandissimi estimatori di Sixto Rodriguez si misero alla ricerca di notizie: Stephen “Sugar” Segerman , grande appassionato di musica, e Craig Bartholomew Strydom, regista di film . Il contatto avvenne con una delle figlie di Sixto Rodriguez, la più giovane. Grandissimo stupore e sincera  incredulità furono le prime reazioni – da entrambe le parti –  alla  scoperta che, mentre in Sudafrica e Australia “Sugar Man” e le sue canzoni di protesta erano  famosissimi, negli Stati Uniti non si sapeva nulla e soprattutto nessuna royalties gli era stata data per il successo della vendita dei suoi dischi. Consolante è sapere che  Rodriguez ha potuto vedere e sentire di persona l’affetto, la stima e la riconoscenza di migliaia di fan in tutto il mondo. Il  primo concerto  fu ovviamente organizzato  in Sudafrica, a seguire il tour europeo con le due tappe in Italia :  Bologna Teatro Manzoni e Milano all’Auditorium, rispettivamente il 21 marzo 2014 nel capoluogo emiliano e il giorno successivo in Lombardia: tutti sold out. Si racconta che arrivato nel capoluogo emiliano avesse chiesto agli organizzatori del concerto di presentargli dei musicisti della città per suonare insieme la sera stessa. Per l’occasione bolognese  Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection riportarono in sala il docufilm Sugar Man. All’evento, realizzato in collaborazione con Cinema Odeon e Circuito Cinema Bologna, partecipò Sixto Rodriguez con la famiglia presente in Italia . In conclusione  “Sugar Man” è considerato dai critici musicali di tutto il mondo  uno dei più grandi autori americani degli ultimi 40 anni. Ci ha lasciato due soli album in studio Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971) tre dischi live, alcune  compilation, fra le quali la bellissima colonna sonora del film Searching for Sugar Man, il film che lo fatto riscoprire…Musica senza tempo, testi sempre attuali. Da leggere,  ascoltare e vedere.

A molte persone, e a chi scrive, la notizia diffusa il  9 agosto della scomparsa di Sixto Rodriguez , ottantunenne, ha provocato sincero dolore. Nel 2012 scoprii del tutto casualmente andando al cinema il documentario “Searching for Sugar Man” del regista Malik Bandjelloul, presentato al Sundance Film Festival e l’anno dopo al Biografilm Festival di Bologna. Nei giorni successivi  avevo  ricercato – non senza fatica –  i cd del folk singer di Detroit di origini messicane, negli ultimi negozi di dischi ancora esistenti e resistenti. Impellente era stata anche l’urgenza di comunicare ad amici e parenti la storia straordinaria di un musicista, operaio-manovale nei cantieri edili, truffato dalla Casa discografica che aveva inciso alla fine degli negli anni’60 i suoi primi due dischi. Nel 2013 il documentario vinse l’Oscar. La storia presenta aspetti incredibili, ma comprensibili perché tutto avvenne prima dell’era Internet. Dopo che Clarence Avant, direttore – impresario della Sussex Records,  che lo  aveva scoperto mentre di sera suonava in locali piuttosto infimi della città, lo mortificò comunicandogli che Cold Fact il primo dei due dischi aveva venduto solo 6 copie,  Sixto Rodriguez tornò a fare il manovale. Contemporaneamente studiò all’Università, si sposò, ebbe 3 figlie, continuando il suo lavoro senza mai abbandonare la musica che lo appassionava rock-folk-soul . Nel frattempo i suoi dischi erano “atterrati”  – letteralmente -in Sudafrica, subito censurati dal regime, che li ritirava dai punti vendita e li archiviava con graffiature che non avrebbero mai più permesso l’ascolto dei vinili. Diffusi clandestinamente tra i giovani, divennero presto una “bandiera” contro l’apartheid. Nel frattempo voci infondate circolavano – senza nessun riscontro – sugli organi di stampo e annunciavano “la morte per suicidio del  musicista americano che sarebbe avvenuta sul palco durante un concerto.” Con l’arrivo di Internet due grandissimi estimatori di Sixto Rodriguez si misero alla ricerca di notizie: Stephen “Sugar” Segerman , grande appassionato di musica, e Craig Bartholomew Strydom, regista di film . Il contatto avvenne con una delle figlie di Sixto Rodriguez, la più giovane. Grandissimo stupore e sincera  incredulità furono le prime reazioni – da entrambe le parti –  alla  scoperta che, mentre in Sudafrica e Australia “Sugar Man” e le sue canzoni di protesta erano  famosissimi, negli Stati Uniti non si sapeva nulla e soprattutto nessuna royalties gli era stata data per il successo della vendita dei suoi dischi. Consolante è sapere che  Rodriguez ha potuto vedere e sentire di persona l’affetto, la stima e la riconoscenza di migliaia di fan in tutto il mondo. Il  primo concerto  fu ovviamente organizzato  in Sudafrica, a seguire il tour europeo con le due tappe in Italia :  Bologna Teatro Manzoni e Milano all’Auditorium, rispettivamente il 21 marzo 2014 nel capoluogo emiliano e il giorno successivo in Lombardia: tutti sold out. Si racconta che arrivato nel capoluogo emiliano avesse chiesto agli organizzatori del concerto di presentargli dei musicisti della città per suonare insieme la sera stessa. Per l’occasione bolognese  Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection riportarono in sala il docufilm Sugar Man. All’evento, realizzato in collaborazione con Cinema Odeon e Circuito Cinema Bologna, partecipò Sixto Rodriguez con la famiglia presente in Italia . In conclusione  “Sugar Man” è considerato dai critici musicali di tutto il mondo  uno dei più grandi autori americani degli ultimi 40 anni. Ci ha lasciato due soli album in studio Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971) tre dischi live, alcune  compilation, fra le quali la bellissima colonna sonora del film Searching for Sugar Man, il film che lo fatto riscoprire…Musica senza tempo, testi sempre attuali. Da leggere,  ascoltare e vedere.

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