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Nuova edizione per il Golem di Gustav Meyrink
Il Golem e la sua leggenda hanno origini molto più antiche di quanto si possa immaginare: Il termine fa la sua prima apparizione nell‘antico testamento della Bibbia (Salmo 139, 16) per indicare una massa ancora priva di forma, che gli ebreio accomunano ad Adamo prima che gli fosse infusa l’anima. Secondo la leggenda chi viene a conoscenza della Qabbalah, e in particolare dei poteri legati ai nomi di Dio, può fabbricare un golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, che può essere usato come servo, impiegato per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai persecutori. Può essere evocato pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche. La figura del Golem ha ispirato numerosi scrittori (ricordiamo anche il Golem di Borges). MA di essi, chi più è decisamente riuscito nell’ìmpresa è Gustav Meirynk che pubblico il suo Der Golem nel 1915. E il Golem di Meyrink risorge nuovamente anche grazie alla Tre editori che finalmente ripubblica Il leggendario romanzo :una nuova edizione annotata, attenta ai significati occulti dell’opera, impreziosita dalle meravigliose illustrazioni originali di Hugo Steiner-Prag. La storia narra di Athasius Pernath, intagliatore di pietre preziose. Un uomo scambia un giorno, nel duomo di Praga, il suo cappello con quello di Pernath, e rivive come in una visione la sua vita nell’antico ghetto di Praga. Accanto a Pernath sono due figure principali: il vecchio rigattiere Aaron Wassertrum, che funge nel racconto da genio del male; e Hillel, impiegato al municipio ebraico, e che funziona da genio del bene. E su essi, aleggia la figura fantastica de Il Golem che ogni trentatré anni, ricompare per gli stretti vicoli del quartiere ebraico, preceduto e annunciato da strani segni e da visioni. Il Golem è un romanzo visivo e visionario; felice fusione di mitologia, esoterismo e letteratura fantastica, e al contempo fedele riproduzione della vita nell’antico ghetto di Praga nei primi anni del Novecento. Un romanzo che intreccia sogno e immaginazione, delirio e speranza con intelligente ed apprezzabile equilibrio. Da riscoprire.
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