Thriller
Non lasciare la mia mano
Francia, Saint-Gilles-les-Bains, Isola della Réunion. 29 marzo – 1 aprile 2013. Josapha Sofa Bellion ha sei anni, disincantata figlia di Liane e Martial, capelli biondi e occhi azzurri, adorabile peste, intelligente appassionata volitiva. Liane Armati, bibliotecaria a mezzo tempo, è la più bella donna dell’hotel, bionda, lattiginosa, lentigginosa, esile, allegra, di classe. Martial aveva già vissuto sull’isola, ora è custode di palestra in un piccolo comune della regione parigina, muscoloso e abbronzato, sono sposati da cinque anni. Sofa sta facendo la smorfiosa coi braccioli in piscina quando la madre svanisce. Era salita un attimo in camera, il padre l’aveva raggiunta, un’ora dopo lui affranto ne dichiara la scomparsa, nella stanza manca un coltello e sono evidenti gli schizzi di sangue. Poche ore dopo i primi interrogatori, quando vari indizi convergono sulla colpevolezza del marito che sta per essere arrestato pur non essendo stato rinvenuto il cadavere, anche papà e figlia scappano e riescono a non farsi più trovare. Li braccano ovunque con perquisizioni e posti di blocco, all’inizio sotto la guida della locale giovane comandante della brigata di gendarmeria, Aja Purvi, meticcia zarabe (padre di origine indiana e religione musulmana) e creola, lunghi capelli neri e occhi a mandorla, laureata in Giurisprudenza a Parigi, sposata con il perfetto maestro Tom, due figlie, piccola nervosa ambiziosa tenace, coadiuvata dall’irregolare vecchietto sottotenente Christos innamorato della curiosa arrapante Imelda. Vari muoiono, la matassa risulterà dolorosa e difficile da sbrogliare.
Non lasciare la mia mano
Michel Bussi
Trad. Alberto Bracci Testasecca
E/o
2017 (Orig. Fr. 2013)
Pag. 359 euro 16
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