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Narrativa

Nero chiaro quasi bianco

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Il libro del salernitano Pippo Zarrella, classe ‘86, avvocato e scrittore, “Nero chiaro quasi bianco”, edito dalla Neo edizioni, si apre con una frase di Gianni Rodari: “Nel Paese della bugia, la verità è una malattia”; non poteva esserci preludio migliore per quello che succede al protagonista.

Oreste Ferrajoli è un avvocato della borghesia napoletana, ha uno studio in via dei Mille e le mani in pasta in ogni dove, o meglio in ogni dove circolino dei soldi. Infatti, i suoi guadagni derivano quasi interamente da truffe assicurative a danni del comune. È sposato, ma con la moglie, Marisa, dedita più al pilates che ad altro, non divide nessuno dei suoi segreti. Ha degli amici, ma anche loro sono all’oscuro della verità, o almeno, di alcune verità, di altre, in effetti, sono complici. Il collega Gennaro, per esempio, è il suo partner in crime nelle truffe.

“Anche il mio cognome mente. Un giorno decisi di sostituire la prima “i” di Ferrajoli, con la lettera “j”. La “j” conferisce un tono regale a un cognome che si eleva da un contesto nazional-popolare affollato di Esposito, Russo e Ferraioli, appunto”, recita il primo capitolo.

Ed è proprio così che la vita dell’avvocato Ferrajoli va avanti, mentendo a tutti, tranne ai suoi insetti, la sua passione più grande. L’avvocato li colleziona, da anni. Gli insetti rappresentano l’unico aspetto della sua vita su cui non deve mentire, tutti conoscono la sua grande passione e di questa Ferrajoli non deve vergognarsi, anzi, è proprio ai suoi insetti che l’avvocato confida tutte le sue malefatte.

Il titolo del romanzo rimanda esattamente alle bugie. Si è solito definire “bugie bianche” quelle dette a fin di bene, per cui, quelle dette a fin di male, secondo lo scrittore, dovrebbero essere definite allo stesso modo seguendo la scala cromatica di qualche colore; ma se il buono viene definito dal bianco, il cattivo, allora, sarà nero, e quelle bugie cattive – ma non troppo cattive – saranno “nero chiaro quasi bianco”.

Ma il romanzo ha un secondo protagonista, oltre all’avvocato, la sua città. Napoli non fa solo da sfondo alla storia, tutt’altro: è viva e penetra nella vita dei personaggi, caratterizza le loro abitudini, condiziona le loro pratiche quotidiane, fino anche al loro stile di vita. Incarna alla perfezione la natura stessa di Ferrajoli in un binomio continuo tra bellezza e perdizione.

La scrittura di Zarrella è morbida, scivolosa, leggera. Accompagna il lettore nel mondo di questo bizzarro protagonista pieno di rimorsi fino alla fine del suo racconto senza mai stancare, ma, piuttosto, portando la curiosità a crescere fino all’epilogo, divertendo il lettore e, allo stesso tempo, tenendolo col fiato sospeso.

L’intero romanzo, infatti, si sviluppa giovando con vari registri letterari: da quello comico passa al thriller, condendo ogni capitolo con un colpo di scena che tiene il lettore incollato alla storia. Gioca con il mondo del possibile e quello dell’impossibile, riuscendo a sintetizzare le caratteristiche e le motivazioni che spingano un bugiardo seriale a diventare tale. Zarrella riesce a far affezionare il suo pubblico al protagonista, nonostante sia una persona avida e disincantata.

Le parole di Maurizio De Giovanni dedicate al libro di Pippo Zarrella

“Avido, disincantato, appassionato di insetti e truffatore. Per di più napoletano. Come non innamorarsi dell’avvocato Oreste Ferrajoli, e della scrittura acida, corrosiva e divertentissima di Pippo Zarrella? Segnatevi questo nome, perché ne sentiremo parlare. Eccome.”
(MAURIZIO DE GIOVANNI)

 

 

 

 

NERO CHIARO

QUASI BIANCO

Pippo Zarrella

152 pagine – 14 euro

(romanzo)

ISBN: 978-88-96176-84-9

https://www.neoedizioni.it/neo/prodotto/nero-chiaro-quasi-bianco/

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