Arte& Cinema
Nell’occhio di chi ci guarda
La parola e l’immagine: un rapporto complesso, in buona misura conflittuale (e infatti il titolo dell’introduzione del volume curato da Clotilde Bertoni dell’Università di Palermo nonché da Massimo Fusillo e Gianluigi Simonetti dell’Università dell’Aquila è completato da «Descrizione di una battaglia») e già oggetto di numerosi studi con una recente attenzione emersa nel 2012 quando vi fu la pubblicazione di un saggio di S.S.Scatizzi su Camenae e del volume La scrittura delle immagini (Raffaello Cortina, 2012) in cui M.Cometa indagava il fenomeno dell’ekphrasis, dell’immagine artistica soggetta a descrizione ed interpretazione.
Considerazioni sull’affermazione oraziana «ut pictura poesis» non possono mancare così come i riferimenti al Lessing della separazione tra letteratura e pittura sono obbligati. Tra il lucano e il sassone possiamo citare, tra i tanti, il genio di Vinci con l’osservazione che la pittura «fa con più verità le figure de l’opere de natura ch’il poeta»: il pensiero di Leonardo.
“La credenza di Leonardo” è il titolo di uno scatto di Ferdinando Scianna a un mobile liberty in legno chiaro (noce? rovere? queste le ipotesi del destinatario del regalo, Roberto Andò che riceve da Scianna il gradito dono nel ricordo di Leonardo Sciascia) ed è anche il titolo di uno dei ventitrè contributi offerti da scrittori e registi nel narrare e nel descrivere sensazioni (memorie, ossessioni, sguardi, dettagli, storie, passioni) raccolte nel volume con la costante di trovarsi davanti a un’immagine. Costante soggetta a infinite modulazioni: se la foto di Scianna colpisce per quel suo densissimo nero a carbone che esalta le lame di luce di una finestra invisibile in una compresenza di fantastico e reale con rigorosa trama bianco&nero troveremo un po’ prima di metà libro l’occhio di chi guarda (Giorgio Fontana, Andrea Inglese, Tommaso Pincio) attratto da forme e colori. Colori intensi: il rosso della cavalleria di Malevic evocativo dell’Armata, i moti di un blu tanto ricco di aggettivi evocati nell’ipnotismo rembrandtiano – cadetto, reale, cobalto, ceruleo – quanto denso di interrogativi mnemonicamente allucinati, il rosso della carnalità di Marilyn tra l’artista de Kooning e il collezionista Neuberger.
Ulteriori modulazioni della costante di rapportarsi all’immagine consistono – e ce lo mostra Valerio Magrelli – nel confrontarsi con due opere contemporaneamente: stesso artista (Francesco Polazzo) e stessa polarizzazione su femminile e infantile, ma quanta diversità (e differenza nell’uso del filo, tra un panno cucito e una polenta tagliata) tra queste due rappresentazioni di vita quotidiana. E il quotidiano confronto tra parola e immagine prosegue con simultaneità di coinvolgimento (lo leggiamo nella postfazione di Stefano Chiodi) ad ogni livello: affettivo, somatico, psichico, simbolico, emotivo.

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