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Lo Zibaldone

MONDADORI-RCS: LE INCOGNITE DI UNA FUSIONE

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di Irene Toppetta

 

Da un anno circa, l’editoria italiana è in fermento a causa del progetto di fusione Mondadori-Rizzoli, un tema che dovrebbe interessare tutti i lettori italiani…

 

Il mercato italiano ha pochi grandi gruppi editoriali – Mondadori, Rcs, Gems, Feltrinelli – che, da soli, fanno più del 59% del fatturato complessivo. A questo quadro, si aggiunge la notizia dell’eventuale nascita di “Mondazzoli”, accolta molto positivamente dai mercati finanziari. Da altri punti di osservazione, invece, l’operazione ha, da subito, destato forti perplessità, perché il gruppo controllerebbe quasi il 40% del settore editoriale trade (narrativa e saggistica) e il 25% della scolastica, avendo, quindi, un’enorme forza a livello sia di proposta che di contrattazione nei diversi settori legati al libro. Il Ministro Franceschini si è mostrato preoccupato da questa fusione, ma, si rimette, comunque, alle decisioni che verranno prese dall’Antitrust.

Va detto che la situazione dell’editoria in Italia, anche prima di questa vicenda, era abbastanza complicata. Da noi, il mercato dei libri va avanti grazie ai cosiddetti lettori forti; nel nostro Paese, infatti, poca gente legge molti libri. Tuttavia, la crisi economica si è fatta sentire anche su questa fascia di lettori. Il libro è in grave difficoltà. Inoltre, c’è un’anomalia rispetto alla distribuzione; da noi, infatti, i maggiori gruppi editoriali dispongono di società di distribuzione proprie e controllano la maggioranza del mercato. La distribuzione dei libri dovrebbe essere affidata a soggetti terzi, e invece abbiamo grandi case editrici che controllano l’intera filiera.

Tornando a Mondadori e Rizzoli, queste due aziende hanno una grande storia alle spalle, e oggi si trovano una di fronte all’altra, in vista di una fusione.

Il gruppo Rcs (“evoluzione storica” di Rizzoli) è in una situazione di difficoltà finanziaria, e la vendita a Mondadori della divisione Libri è la possibilità sulla quale sta lavorando.

La Mondadori oggi è controllata da Fininvest ed è una grande realtà multimediale internazionale. È il primo gruppo nell’editoria libraria trade con il suo 27% del mercato, che con l’acquisto della divisione Libri di Rcs si trasformerebbe in un 38%. Si tratterebbe di una percentuale mai vista in nessun paese europeo. Per dare un’idea, la fusione tra Penguin e Random House, due “giganti” inglesi, ha creato una realtà che vale il 26%, cioè la quota che Mondadori ha oggi in Italia. La quota di mercato controllata da Mondadori è già la più alta in Europa e, a fusione avvenuta, l’azienda risultante avrebbe il 40% circa del mercato dei libri!

Ci sono state delle reazioni a questa eventualità da parte di un gruppo di autori Bompiani (marchio Rcs), tra i quali Umberto Eco, che ha promosso un appello contro l’acquisto di Rcs Libri. La loro preoccupazione dipende dal fatto che il “colosso” derivante dalla fusione sarebbe dotato di un enorme potere contrattuale rispetto agli autori. Inoltre, secondo i firmatari, esso dominerebbe le librerie, facendo, alla fine, soccombere le piccole case editrici. A lungo andare verrebbe minacciata anche la libertà di espressione secondo i firmatari, che, preoccupatissimi, confidano nell’Antitrust.

Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, risponde alle critiche, dicendo che l’acquisizione di Rcs Libri andrebbe nell’interesse di tutti, in quanto permetterebbe a Rcs di restare in Italia, evitando così di cedere a concorrenti stranieri un pezzo della nostra storia. Inoltre, la Berlusconi sottolinea il fatto che la linea editoriale della Mondadori si è sempre caratterizzata per il massimo rispetto nei confronti degli autori, che, dunque, non avrebbero niente da temere.

Lo scenario, inevitabilmente, si compone di diverse posizioni, diverse esigenze, diverse sensibilità. Negli ultimi giorni si sono aggiunte ulteriori difficoltà, in quanto, dopo mesi di trattative, l’amministratore delegato Rcs, Pietro Scott Jovane, ha abbandonato la guida di Rcs Mediagroup.  Questo ultimo fatto ha contribuito  a rallentare una trattativa  che andava già a rilento. Rcs vive una complicata fase di transizione. Vedremo come andrà a finire e quali decisioni prenderà l’Antitrust in merito al progetto di fusione.

La cosa che non deve sfuggire è che la vicenda riguarda – e per questo dovrebbe interessare – tutti gli italiani. Al di là di qualsiasi tipo di valutazione, infatti, il dato che più mi sembra evidente, e sul quale si dovrebbe riflettere molto, è che un “colosso” che controlla una grandissima porzione di mercato, come sarebbe “Mondazzoli”, di fatto andrebbe a ridurre, e in modo molto pesante, la concorrenza delle altre case editrici, che si troverebbero sempre più in difficoltà.

La pluralità, la diversità, la peculiarità delle varie case editrici – cioè, le caratteristiche che le rendono uniche e riconoscibili – vanno salvaguardate. Nel mercato dei libri deve esserci spazio e visibilità per tutti: in gioco, c’è l’offerta culturale del nostro Paese.

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