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Mio figlio è femminista
di Irma Loredana Galgano
Partendo dalla vita quotidiana, senza falsi pudori e con sguardo partecipante, il libro di Monica Lanfranco offre, come evidenzia Tiziana Valpiana nella prefazione, esempi di relazioni significative ed equilibrate, calde e coraggiose, non violente, non solo con i figli maschi generati ma con i tanti incontrati dall’autrice nel campo dell’educazione e della formazione.
Un percorso di consapevolezza che valorizza le differenze e le diversità, offre immagini inconsuete di uomini nello spazio della cura, affinché anche il bambino o il ragazzo si riappropri di desideri, sogni, paure e fragilità. Perché scopra che la differenza tra maschile e femminile è ricchezza, esplorazione, ampliamento, non subalternità dell’una e/o potere dell’altro.
Oggi tendiamo a dire alle nostre figlie che possono essere tutto ciò che vogliono: un’astronauta e una madre, un maschiaccio e una ragazza molto femminile. Ma non facciamo lo stesso con i figli maschi. Alleviamo le ragazze a combattere gli stereotipi e a perseguire i loro sogni, ma non facciamo lo stesso con i ragazzi.[1] Perché?
Una madre femminista, indica Lanfranco, offrendo al figlio maschio più ampie possibilità di scelta, dà origine a uomini disubbidienti alle logiche della maschilità, traditori degli stereotipi.
Il sentire condiviso è ancora massicciamente percorso da cultura e luoghi comuni che sono fortemente scoraggianti nei confronti dei ragazzi che manifestano interessi considerati femminili.
Se l’obiettivo è contribuire a visioni della differenza sessuale più creative e solidali e creare una società equa, in cui sin dall’infanzia bambine e bambini possano costruire il loro futuro al di fuori degli schemi patriarcali, bisogna dare anche ai ragazzi più scelte. Questo perché, ribadisce più volte Lanfranco, i ruoli delle donne non possono espandersi se non lo fanno anche quelli degli uomini.
Si chiede l’autrice cosa accadrebbe se i ragazzi fossero educati a percepire come perfettamente normale e naturale il fatto che ogni uomo debba, a tutti gli effetti, occuparsi delle faccende domestiche, visto che si tratta di prendersi cura dello spazio comune della famiglia?
Ben il 46.6 per cento delle donne giudica positivamente il modello tradizionale di famiglia in cui l’uomo lavora e la donna si occupa della casa.[2]
Per riuscire a trasmettere una cultura di condivisione tra i sessi della gestione domestica, è necessario quindi che le donne lavorino prima su sé stesse come donne e come madri.
Il libro di Monica Lanfranco fa parte di un percorso che la stessa sta seguendo da anni, fatto di educazione, di formazione, di conoscenza e divulgazione sui temi della parità di genere, sulla violenza e sulla sessualità. L’autrice si dichiara femminista e non perde occasione per rimarcarlo. Sicuramente è nato tutto da lì ma il suo lavoro va anche oltre. Questo come gli altri suoi libri, sono un’apertura al dialogo, al confronto, alla condivisione e alla collaborazione. L’unico modo, tra l’altro, per sconfiggere luoghi comuni e stereotipi.
Lanfranco riporta innumerevoli esempi di vita vissuta, di quotidianità. Infatti è proprio da questo che nasce e cresce la sua esperienza ed è a questo che bisogna tornare. Perché, per sconfiggere gli stereotipi, è su ogni piccolo gesto o parola che bisogna lavorare. Non servono grandi teorie o teorizzazioni, slogan a effetto che poi sortiscono solo l’effetto di diventare battute sarcastiche o vengono trasformati in volgarità di un mondo che si ostina a non voler cambiare, a non farlo mai fino in fondo.
Il libro
Monica Lanfranco, Mio figlio è femminista. Crescere uomini disertori del patriarcato, VandA. Edizioni, Milano, 2023
L’autrice
Monica Lanfranco: giornalista, scrittrice e formatrice, conduce corsi sulla comunicazione e il linguaggio non sessista, la risoluzione non violenta dei conflitti nel lavoro e nelle dinamiche collettive. Dal 1994 dirige il trimestrale femminista Marea e nel 2008 ha fondato Altradimora, luogo di seminari e incontri femministi.
[1]C.C. Miller, How to Raise a Feminist Son, New York Times, giugno 2017.
[2]Istat: Rapporto Annuale 2023. La situazione del Paese.
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