Maurizio De Giovanni…a teatro

di Bernardina Moriconi

A volte ritornano. Tranquilli, non ci riferiamo a nulla di horror, perché, anche se Luigi Alfredo Ricciardi è perseguitato dal “fatto”  di vedere i fantasmi, nulla è più lontano dal gusto per il macabro e l’ orroroso dell’aristocratico  commissario, cilentano di nascita e operativo nella Napoli degli anni Trenta, protagonista della serie di romanzi  partorita dalla fervida e poliedrica fantasia di Maurizio de Giovanni. Dopo un silenzio di tre anni, Ricciardi, dunque, riprende a far parlare di sé grazie a questo ultimo libro “Caminito. Un aprile del Commissario Ricciardi” (Einaudi), accolto ieri trionfalmente dal pubblico che ha letteralmente gremito il Teatro Diana di Napoli, nel quale una presentazione letteraria si è trasformata in un megaevento con tanto di folla fuori, infreddolita e rumoreggiante per non essere riuscita a entrare. E forse anche la folla di aficionados, mai rassegnatisi all’idea che quel ciclo narrativo fosse concluso  (nonostante varie appendici teatrali televisive e fumettistiche), ha indotto l’autore a tornare sui suoi passi. E così, dopo i precedenti illustri di Conan Doyle con Sherlock e di Collodi con Pinocchio, torna anche il commissario Ricciardi, che rivediamo adesso nei panni di padre tenerissimo e di vedovo inconsolabile col suo seguito di indimenticabili personaggi, confermando che tanto avevano tutti ancora da raccontate E a un intenso racconto a più voci – a tratti divertente, a tratti struggente – intercalato da musiche e canzoni, ha assistito il pubblico di ieri, applaudendo a lungo la performance realizzata dallo stesso Maurizio de Giovanni assieme a un impagabile Lino Guanciale, in compagnia di Marco Zurzolo, Carlo Fimiani, Marco de Tilla, MariAnita Carfora, Elena Carbone per la regia di Annamaria Russo.

Un ritorno occasionale o l’avvio di nuovo ciclo imperniato sul fascinoso commissario? Abbiate fede… Intanto, leggetevi Caminito.