Lo Zibaldone
Maurizio Agostini presenta il suo saggio “L’assassinio della Storia. Il tramonto del pensiero giudaico-cristiano”
“L’assassinio della Storia. Il tramonto del pensiero giudaico-cristiano” di Maurizio Agostini è un saggio che può essere considerato apocalittico e altamente provocatorio, da leggere con la mente ben aperta: in esso sono infatti contenute riflessioni spietate sul futuro del genere umano, che possono essere condivise o rigettate, ma che comunque meritano di essere ascoltate. L’autore ha deciso di argomentare le sue tesi osservandole da tre ottiche diverse: dal punto di vista del linguaggio filosofico, di quello letterario e, infine, di quello della profezia. Agostini analizza la nascita del concetto di Storia: «La concezione della Storia, come ci è familiare, cioè quella di un tempo in cui esiste un Passato, tendenzialmente primitivo, un Presente, tendenzialmente costruttivo, e un Futuro, tendenzialmente ottimistico, non è sempre stata un patrimonio dell’umanità»; egli fa riferimento, ad esempio, alle civiltà maya o azteche che consideravano il tempo «solo un eterno riproporsi di misteriosi ma equivalenti cicli temporali», o ancora alle civiltà egizie in cui era frequente la damnatio memoriae imposta da un faraone, che sconfessava ciò che era venuto prima. Si sofferma poi sulla Grecia antica: «Sia Platone (428-348 a.C. circa) che Aristotele (384-322 a.C. circa) pensavano che i regimi politici, la tirannide o la democrazia, fossero destinati a sostituirsi tra loro indefinitamente. Essi ritenevano che ciò fosse parte di un ciclo ben più grande, un ciclo della natura, in cui cataclismi e disastri naturali spazzassero via non solo le civiltà umane ma anche le loro memorie. Atlantide era stata distrutta e tutto era ricominciato da capo. La storia era ciclica». L’autore afferma che a inventare la Storia furono gli ebrei, che lo scrissero nella Bibbia, anche se le sue caratteristiche furono plasmate nell’ambito della cultura cristiana – «Per la prima volta il popolo di Jahvè pensò al ‘Tempo’ come composto da un ‘Passato’, difficile e tormentoso a causa del peccato dei progenitori, da un ‘Presente’, di sofferenza ma di redenzione, e da un ‘Futuro’, luminoso perché, alla ‘Fine dei Giorni’, gli ebrei torneranno dalla diaspora, arriverà il Messia che ricostruirà il Tempio di Gerusalemme e il Tempo finirà». Da questa tesi della Storia come evoluzione, Maurizio Agostini parte per illustrare le sue argomentazioni, che vertono sull’idea che quello che è accaduto all’umanità negli ultimi anni è una vera e propria Apocalisse: con la morte del pensiero giudaico- cristiano, infatti, la Storia non può più esistere, e con essa anche l’uomo rischia la cancellazione, sacrificato sull’altare del transumanesimo.
Contatti
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Genere: Saggio politico-filosofico
Pagine: 136
Prezzo: 9,90 €

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