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Inchieste

Marta Serafini – L’ombra del nemico

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di William Bavone

Ciò che emerge da questo libro, sin dalle sue prime righe, è che innanzi tutto ci troviamo alle prese con un giornalismo per certi versi in estinzione. Marta Serafini, l’autrice, di professione giornalista, infatti fa parte di quella tipologia di reporter che guarda la notizia, l’evento, dritto negli occhi. La qualità del suo lavoro è proprio quella costante ricerca dell’informazione di prima mano che solo un’immersione nella realtà narrata può dare. E se ciò di cui si parla è la guerra in Siria così come la parabola, più o meno conclusa dello Stato Islamico (Isis) allora non si può farea altro che ammirare la dedizione e la tenacia di questa donna che valica i confini del terrore per cercare di narrare a noi ciò che di reale esiste lì, in Medio Oriente. L’autrice ci regala le voci di donne, uomini, ma anche bambini che vivono costantemente un martirio spesso da noi incompreso e ancor più frequentemente condannato con la fretta di chi non vuol sapere. L’autrice non sensazionalizza la guerra, ma fa ciò di cui realmente abbiamo bisogno: la racconta e lo fa anche passando dagli occhi di quelle vittime che, seppur superstiti nella carne, vivono il resto dei propri giorni con un animo dilaniato dalle atrocità. Dai campi di accoglienza lungo i confini siriani, alle navi di soccorso nel Mediterraneo passando per le città contese da miliziani, esercito regolare e jihadisti, questo testo racconta, fa percepire, senza pretendere di dare l’una o l’altra ragione. La Serafini condividendo la sua esperienza fa una cosa molto importante che va oltre la cronaca ovvero pone l’accento su un tema controverso che spesso da questa parte del mondo (Europa) viene occultato. Si tratta nello specifico della necessità di comprendere ancor prima di combattere perché solo la comprensione può portare a debellare la radicalizzazione di persone che di base vivono un’emarginazione costante nel Vecchio Continente o in qualsiasi parte del mondo. Rabbia e abbandono non sono altro che il fertile terreno per il reclutamento di disperati pronti a tutto pur di urlare al mondo la propria esistenza. Troppo spesso viviamo il mondo come un qualcosa da osservare da dietro un grande vetro che ci protegge. Siamo come pesci chiusi in un acquario e questo è senza dubbio uno dei libri indispensabili per tornare liberi con il proprio pensiero critico e la propria conoscenza.

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