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Manet e la Parigi moderna

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“Manet è importante per noi quanto Cimabue e Giotto per gli italiani del Rinascimento” (Pierre- Auguste Renoir)

 

“Traeva elementi da tutti, ma che meraviglia la maestria pittorica con la quale riusciva a fare qualcosa di nuovo! ” (Edgar Degas)

 

“È molto più abile di tutti noi, ha trasformato il nero in luce” (Camille Pissarro)

 

Basterebbero queste affermazioni di importantissimi pittori, suoi contemporanei, per avere immediatamente idea del ruolo centrale di Edouard Manet nella storia dell’arte europea. L’intento di quest’uomo sfrontato e coraggioso, dotato di carisma particolare e di un immenso talento artistico, è stato quello di congiungere alla grandezza della pittura classica, la libertà dell’arte moderna. E non vi è alcun dubbio che ci sia riuscito.

Il suo prestigio, le sue idee e pratiche innovative nel campo pittorico, lo fanno diventare in breve leader e protagonista del movimento impressionista di cui in realtà non ha mai voluto fare totalmente parte: non partecipa alle otto mostre impressioniste tenutesi tra il 1874 e il 1886, esponendo sempre, nonostante la possibilità di esser rifiutato, al Salon, unica sede di cui riconosce l’autorità. Da subito mira a essere consacrato come l’innovatore, colui che porta l’arte nel solco della  modernità. Ci riuscirà con straordinario vigore tramite una pittura magnifica, ricca di virtuosismo e invenzioni, energica nell’uso dei colori e nel taglio delle composizioni, e la sua ascesa si fermerà solo con la sua fine precoce.

 

La mostra Manet e la Parigi moderna che apre l’8 marzo a Milano al piano nobile di Palazzo Reale – fino al 2 luglio – intende raccontare il percorso artistico del grande maestro (1832-18823) che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus in sé affatto esteso, ma in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda la sua, che si intreccia a quella di altri celebri artisti, molti tra loro compagni di vita e di lavoro di Manet, frequentatori assieme a lui, di caffè, studi, residenze estive, teatri.

Le opere presenti in mostra arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi: un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti – di cui 17 capolavori di Manet e 40 altre splendide opere di grandi maestri coevi, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot.

Alle opere su tela si aggiungono 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture.

 

Promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, curata da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi con le due conservatrici del Museo Caroline Mathieu, conservatore generale onorario e Isolde Pludermacher, conservatore del dipartimento di pittura, l’esposizione intende celebrare il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso i vari generi cui l’artista si dedicò: il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, sua città amatissima, rivoluzionata a metà ‘800 dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann e caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiano il volto e l’anima.

 

La mostra prevede due macro sezioni: Manet e la nuova pittura e Manet e la Parigi moderna, a loro volta divise in dieci sottosezioni tematiche:

 

. Manet e la sua cerchia

. Ispanismo

. Nature morte

. Sulle rive

. Parigi, la città moderna

. Il lato nascosto di Parigi

. L’Opéra – Dipinti, disegni, sculture, maquettes

. Parigi in festa

. In bianco: l’universo femminile e gli spazi intimi

. In nero: le passanti e i loro misteri

 

 

Tra i capolavori di Manet saranno in mostra Lola de Valence (1862), Ramo di peonie bianche e cesoie (1864), La lettura (1848-1883), Il pifferaio (1866), Ritratto di Emile Zola (1868) Il balcone (1868-1869), Berthe Morisot con un mazzo di violette (1872), Ritratto di Berthe Morisot con il ventaglio (1874), Stéphane Mallarmé (1876), La cameriera della birreria (1878-1879).

 

Tra le opere più importanti degli artisti coevi: Ritratto di Henri Rochefort (1882 circa) e Scena di festa (1889 circa) di Giovanni Boldini, Pastorale (1870) di Paul Cézanne, Argenteuil (1872) e Le Tuileries (1875) di Claude Monet, Il Ballo (1878) e Le due sorelle (1863) di James Tissot, Il foyer della danza al teatro dell’Opéra in rue Le Peletier (1872) di Edgar Degas, Vaso di fiori (1873) e Garofani (1877) di Henri Fantin-Latour, Il ballo dell’Opéra (1886) di Henry Gervex, Giovane donna in tenuta da ballo (1879) di Berthe Morisot, Il bagno (1873-74) di Alfred Stevens, La Senna al ponte Iéna. Tempo nevoso (1875) di Paul Gauguin, Strada di Gennevilliers (1883) di Paul Signac, Madame Darras (1868 circa) e Giovane donna con veletta (1875 circa) di Auguste Renoir.

 

 

Il catalogo della mostra è edito da Skira.

www.palazzorealemilano.it, www.manetmilano.it

 

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