Lo Zibaldone - Recensioni
L’uso improprio dell’amore: è solo un gioco o c’è altro?
Recensione di Carla Iannacone
Guy ed Elodie s’incontrano per caso su un taxi. Lui è un notaio, figlio di notaio e nipote di un notaio. Sposato, due figli, una vita agiata e tranquilla. Forse fin troppo tranquilla. Lei, libera come il vento, di mestiere fa la tassista.
Lui è grigio, lei è rosso. Rosso come il cappotto che indossa e che apre e chiude le pagine del libro, rosso come la copertina del libro lasciato – apposta? – sul sedile posteriore del taxi, Il Gioco, e che stuzzica la curiosità di Guy che, nella fretta di scendere, lo raccoglie assieme ai documenti e al pâté di sua madre e, una volta a casa, lo legge tutto d’un fiato. Il Gioco lo conduce dritto spedito nelle braccia di Elodie che, quando non è impegnata a sovvertirgli la vita, trascorre il suo tempo in ospedale con l’amata amica Camille prossima anche lei in un viaggio senza ritorno.
Perché tutti sono andati via da Elodie: il padre, che non ha mai conosciuto, poi gli amici/amanti della madre, la madre e infine anche Marion, amica di sua madre. Quello di Elodie insomma non è solo un gioco, è uno scudo per difendersi dall’abbandono e dall’amore. E l’arma migliore che ha imparato a destreggiare col tempo è un uso improprio.
L’ultimo libro di Carla Vangelista, oseremmo dire il più maturo rispetto ai precedenti, è un libro di solitudini e di passioni (recondite e non), di fragilità e di scelte, scritto con un buon ritmo e una lettura facilmente scorrevole. Il linguaggio è semplice, chiaro, schietto; l’autrice non lascia spazio a dubbi e vie di scampo. Come sembrano non avere più vie di fuga Guy ed Elodie quando les jeuxs sont faits rimanendo intrappolati nelle stesse regole del “gioco”, indispensabili per Elodie per poter sopravvivere, morbose e ossessive per Guy utili alla sua rinascita.
Un romanzo adatto a tutti i romantici.
HarperCollins Editore 2017
pp. 285, euro 17,00

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