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Libri per sempre: “Grandi speranze” di Charles Dickens
Dalle riduzioni teatrali a quelle cinematografiche, dal musical alla televisione il tredicesimo romanzo di Dickens è un grande classico per tutte le età.
DI ANTONIA DEL SAMBRO
Il tredicesimo romanzo di Charles Dickens pubblicato a puntate tra il 1868 e 1861 è anche una delle sue opere più conosciute e lette al mondo.
Dalle riduzioni teatrali a quelle cinematografiche, dal musical alla televisione Grandi Speranze finisce coll’essere solo un’opera di formazione del realismo vittoriano e diventa un grande classico per tutte le età. Dickens in questo romanzo si supera in maniera sublime nella costruzione dei personaggi creando e definendo tutte le sfaccettature delle donne e degli uomini dell’epoca in uno straordinario lavoro di realtà e attualità che diventa punto di riferimento nella creazione dei personaggi letterari per tutte le epoche a venire al pari del lavoro fatto da Tolstoj in Guerra e pace.
Dai giovani protagonisti Pip, Abel ed Estella fino a miss Havisham tutto è costruito per l’immedesimazione del lettore che, come vogliono i canoni del realismo letterario vittoriano, riconosce e stigmatizza i propri difetti e le proprie bruttezze in vista di una qualsivoglia riabilitazione.
Grandi Speranze è il “romanzo di formazione” perché il lavoro di trama, linguaggio e personaggi portato avanti da Dickens lo rende incredibilmente moderno per ogni generazione.
Si tifa per Pip ma anche per Estella e perfino miss Havisham viene biasimata ma anche esaltata dalle lettrici che finiscono per vedere in lei l’ennesima vittima di una società falsa e ingannevole.
La trama è un canovaccio molto in voga a metà ottocento che Dickens riesce, come sempre succede nei suoi lavori, a sviluppare anche in maniera fresca e ironica.
Pip è un bambino destinato a diventare fabbro, finché entra sotto la protezione di Miss Havisham, una donna eccentrica che è sempre vestita con l’abito da sposa con cui doveva sposarsi, che ha come protetta una ragazza, Estella, da lei educata per far soffrire gli uomini per vendicarsi del fidanzato che la ha abbandonata il giorno delle nozze.
La storia si apre con un evento cruciale della vicenda: la vigilia di Natale del 1812 il giovane Pip, che si era recato in visita alle tombe dei familiari nel locale cimitero, incontra un evaso di nome Magwitch che gli impone a portargli del cibo e una lima per segare le catene che ancora lo avvincono. Il bambino, terrorizzato dal delinquente, ruba del cibo dalla dispensa di casa nonostante il timore che la propria sorella lo possa scoprire e punire severamente.
Le vere avventure di Pip però iniziano nella casa di miss Havisham dove Pip si innamora di Estella si ritrova a possedere una grande somma di denaro, ereditata da un benefattore di cui non conosce l’identità, finché non scopre essere un forzato che è anche il padre della ragazza, che lui un giorno ha aiutato. Ma Estella non ricambia il sentimento. Il fato, però, vuole che le strade dei due giovani siano destinate a incrociarsi di nuovo e a cementare il loro lungo rapporto nella più sublime delle amicizie.
Grandi Speranze è stato definito in molti modi ma in realtà insegna una sola cosa: i progetti e le speranze personali a volte si infrangano sullo scoglio duro della realtà ma i sentimenti possono essere eterni, cambiare di sostanza ma rimanere continui e immortali nonostante gli uomini.
Un libro per sempre. Di una bellezza commovente e unica. Impareggiabile.
Articolo pubblicato su Leggere:tutti N° 117 Dicembre 2017
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