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Letteratura migrante: alla scoperta della libertà e dell’identità
di Elena Dardano
Lo scorso Aprile si è svolta la settima edizione di Una nave di libri per Barcellona, che quest’anno ha affrontato il tema scottante e sempre attuale della migrazione, della ricerca di nuovi orizzonti e nuove opportunità. Tra i tanti ospiti di origine straniera c’è Leyla Khalil, libanese di nascita, romana per adozione, esordio giovanile talentuoso che si dedica prima ai racconti, curando la raccolta Fast Writing. Scritti di rapida consumazione, per poi approdare alla pubblicazione del suo primo romanzo, Piani di fuga. Tema centrale è la ricerca da parte dei due protagonisti, Tommaso e Patrizio, proprio di nuovi orizzonti e opportunità. Racconta l’autrice: “la libertà è un tema che mi affascina da sempre, tant’è che ne ho fatto la mia tesina ai tempi del liceo, dove conclusi affermando che se sapessimo veramente cos’è, la libertà non sarebbe più libera. Al libro volevo dare un tono goliardico, di ricerca, e io stessa non avevo idea di come sarebbe andata a finire. L’unica cosa che sapevo era che la libertà, per essere veramente tale, deve nascere da un atto gratuito.”
E ancora, sulla nascita del libro: “I miei primi ricordi di scrittura sono di quando avevo 15 anni. In realtà, andando a rispolverare i miei vecchi quaderni, ho scoperto di aver iniziato a scrivere poesie fin da quando avevo 8 anni. La scrittura è sempre stata parte di me, e ho sempre trovato il modo di praticarla. Piani di fuga è nato sul cellulare. L’ho scritto quando avevo 17 anni, e venivo mandata a letto presto da mia madre. Io, che non avevo sonno, non potevo accendere la luce e che avevo una storia in testa, la scrivevo sul cellulare, inviandola sottoforma di mms ad una mia cara amica. Lei mi rinviò la storia, allora un racconto lungo, sottoforma di documento word. Lo misi da parte tante volte, e tante volte l’ho ripreso; alla fine, dopo anni, ho deciso di eliminare il tono sognante e idealizzante di me diciassettenne, e quello che ne ha uscito è piaciuto ad Ensemble.”
Se da un lato c’è il tema della libertà, dall’altro c’è il tema della migrazione. Anche se non presente in questo romanzo, è fortemente sentito dall’autrice che nel 2015 vince il concorso Lingua madre con il racconto Ricordi congelati, in cui il Libano, il suo cibo, le sue tradizioni appaiono prepotentemente: “inizialmente non tendevo ad affrontarla come tematica, e quando ero piccola cercavo di nascondere la mia identità. Se portavo una merendina a scuola tutti facevano mille domande, e così per tante altre cose. Col tempo ho percepito un’apertura, una curiosità crescente nei confronti della diversità culturale. Ho iniziato quindi ad aprirmi, soprattutto grazie alla mia formazione e al mio corso di studi. Oggi sono mediatrice linguistica, lavoro con i migranti e insegno loro, per cui se prima era sentito il tema della libertà, ora è forte quello dell’identità.”
Leyla ha affrontato questi temi sulla Nave dei Libri per Barcellona, di cui racconta: “ero lì come portavoce della letteratura migrante, ma ho avuto l’occasione di parlare anche del mio lavoro. Le persone intorno a me erano molto interessate, è difficile lavorare con 28 ragazzi parlanti 19 lingue diverse. Sulla Nave dei Libri c’erano tutte le arti: si è creata una bella sinergia tra fotografi, giornalisti, scrittori e poeti. E poi Barcellona era bellissima con le strade invase da fiori e libri che tutti sfogliavano e compravano”.
E infine confessa l’autrice: “Sto pensando seriamente di scrivere, sottoforma di romanzo o di testimonianza personale, un libro sul mio lavoro stimolante e meraviglioso con i migranti. Ultimamente, per problemi di trasporti, mi sto alzando prestissimo e non sento nessuna fatica o pigrizia, perché amo quello che faccio. Insegnare ai bambini è pieno di sorprese: molti sono analfabeti, ed è bellissimo vedere l’espressione gioiosa di chi ha sempre pensato di non farcela e invece riesce a scrivere una parola sulla lavagna”.
Identità, multiculturalità, integrazione, migrazione: sono questi i temi portati sulla Nave di Libri da questa giovane autrice promettente, che si descrive con la valigia sempre pronta e sempre un po’ in fuga, quella fuga bella di chi cerca il nuovo e il sorprendente.

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