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Lettera (semiseria) a un lodigiano attualmente in quarantena
E a tutti coloro che per timore volontariamente si chiudono in casa un consiglio: fatevi contagiare dalla lettura
Caro Lodigiano,
in questi giorni penso spesso a te, alle tue condizioni di recluso tra le pareti di casa, per un virus che in pochi giorni ha colto in contropiede il mondo intero. Cerco di immedesimarmi nelle tue angosce: fino all’altro ieri le notizie venivano da lontano, poi d’improvviso il contagio ce lo siamo ritrovati qui attorno, e addosso. Tutto si è rovesciato, in un solo istante: abitudini, orari, appuntamenti, impegni. Ma più di ogni altra cosa, a turbarci fino all’inquietudine, è quel pensiero recondito che con le mille occupazioni quotidiane, alcune necessarie e molte altre indotte, cerchiamo un po’ tutti di rimuovere: il pensiero di come la vita, che desideriamo sicura ed eterna, possa rivolgersi d’incanto nel suo contrario. Ti sarai reso conto anche tu che col passare del tempo vediamo questo virus in una maniera più oggettiva. Converrai che c’è stato un momento in cui tutto sembrava precipitare, portando all’esasperazione, fino al dissolvimento di ogni aspetto razionale, col risultato di consegnarci all’esperienza insostenibile del panico. Come una maionese impazzita, l’altro, il vicino, diventava un nemico infetto, il morbo uno sterminatore implacabile, noi in cerca di una solitaria via di scampo. Poi, con qualche ritardo di troppo, e con un’informazione mediatica finalmente più attenta al meritoci accostiamo alla reale dimensione del fenomeno. Grave in sé, senz’altro: per l’inusitata velocità del suo diffondersi, per i danni materiali sul sistema economico che tutti ci riguarda, ma affrontabile, e risolvibile: grazie a una scienza medica che dispone ormai di strumenti d’avanguardia e che parla e agisce con competenza; per il colpo d’ala di una politica che, quando abbandona i suoi quotidiani litigi da pollaio, riesce a mettere le istituzioni – governo, regioni, territorio – in sintonia con i bisogni della popolazione; per un sistema sanitario nazionale, quello italiano, capace d’effettuare controlli ed esprimere un’efficienza complessiva ben superiore a quella di altri paesi europei. Comunque sia, adesso sappiamo che questo fenomeno è affrontabile; sappiamo che nella quasi totalità dei casi, seguendo le necessarie precauzioni, non risulta letale. Non abbassiamo la guardia, ma possiamo, e dobbiamo, mettere all’angolo il panico dei primi giorni nei quali una parola nuova mai sentita prima – coronavirus – ha reso inutili tutte le altre. Mi dirai che le cose che fin qui ti ho detto le vedi da te, e forse ti chiederai che bisogno avessi di scriverti. Ecco, il bisogno è in realtà doppio. Dirti che ti sono vicino, e che tanti come me sentono di esprimerti una solidarietà; e di comunicarti anche una certezza: che presto la tua quarantena finirà, e nel migliore dei modi. Ma sento un altro bisogno: mi piacerebbe che tu vivessi questo tempo circoscritto della tua forzata reclusione dentro casa anche come un’opportunità. Vorrei dirtelo nel modo più lieve e insieme più vero e sincero: lasciati contagiare dalla lettura, riempi con essa questi tuoi giorni sospesi. Non vedere questo mio suggerimento – che forse stai già praticando per tuo conto – come un modo per distrarti dall’esperienza che ti è capitata, perché è esattamente il contrario: la maniera più giusta, e positiva, per inquadrarla nella sua dimensione vera, e relativa, toglierle quel senso “assoluto” che si stava prendendo, portando la paralisi nell’equilibrio del nostro ben vivere. Ho pensato di trascriverti, in fondo a questa lettera, un piccolo elenco di libri letti (e qualcuno riletto) di recente che mi sono piaciuti. Forse già li conosci, forse qualcuno di questi potrebbe incuriosirti. Se poi tu volessi suggerirne di tuoi, ne sarei ben felice. Puoi scriverci per integrare o commentare. La lettura è in fondo una grande costruttrice di ponti, di quelli che contaminano la mente e l’anima in barba a qualsiasi virus, non trovi? A presto
Gianni Zagato.
Peter Holtz. Autoritratto di un uomo felice, di Ingo Schulze. Feltrinelli;
La fine dei vecchi tempi, di Vladislav Vancura. Einaudi;
Resto qui, di Marco Balzano. Einaudi;
L’ordine del giorno, di Eric Vuillard. Edizioni e/o;
In tutto c’è stata bellezza, di Manuel Vilas. Guanda;
Ogni riferimento è puramente casuale, di Antonio Manzini. Sellerio;
La vita istruzioni per l’uso, di Georges Perec. Feltrinelli;
Il treno per Istanbul, di Graham Greene. Sellerio;
La signora del martedì, di Massimo Carlotto. Feltrinelli;
I leoni di Sicilia, di Stefania Auci. Edizioni Nord.
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