Poesia
Leonardo Manetti, “Il poeta contadino”
Le radici conficcate nella terra sono il primo elemento della ricerca dell’autore che inizia la sua silloge con l’auspicio che si possa comprendere la meraviglia di se stessi attraverso lo sguardo stupito di chi ci ama. Ed ecco comparire una donna come figura mitologica di energia creativa, seguita dal racconto di un’umanità imperfetta, contraddittoria e imprigionata nei suoi stessi sogni di grandezza non realizzata. Gli occhi sono come finestre da cui si osserva la terra amica, leggiadra, dai colori rassicuranti e accoglienti, come si legge nei versi “L’azzurro del paradiso,/il verde e il marrone universale/sfuggono verso l’infinito/mescolati a ricche sfumature cromatiche” ma le cose del mondo sono anche proiezioni dell’interiorità dell’uomo (“Oscillano pigri suoni,/motivi musicali/nascono da membrane/alimentate dall’inconscio”), così come la vendemmia diventa occasione di introspezione e creatività e i prodotti della terra sono offerte della natura che attraverso l’opera dell’uomo si trasformano in tesori dell’anima. “La poesia è bellezza” nella sacra dimora universale degli uomini. (G.T.)
Leonado Manetti
Il poeta contadino
Nulla Die Edizioni, 2021
pp. 109, Euro 11,00

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