Articoli & Approfondimenti
Leggere con desiderio. Pasolini e la riflessione sulla lettura
di Irene Toppetta
Nel 1960, Pier Paolo Pasolini, rispondendo alla richiesta di un giovane lettore dei “Dialoghi con Pasolini” su “Vie Nuove”, condivideva con il pubblico un’esaltante riflessione sulla lettura…
Inizio degli anni Sessanta: un ventenne, degente in una casa di cura, non vuole rinunciare a studiare e scrive a Pasolini per avere dei consigli: “mi rivolgo a lei per avere aiuto: quali sono i libri che debbo studiare? quali sono i poeti sui quali debbo approfondire lo studio? qual è il sistema migliore per questi studi?”
Pasolini risponde con entusiasmo: “Se il tuo desiderio di imparare è autentico e duraturo, tu ti trovi forse nel momento più bello della tua vita. Ricordo quando è toccato a me. Che giornate!”
E così, lo scrittore racconta di quando, quindicenne, trascorreva ore ed ore al “Portico della Morte” a Bologna, a scegliere libri usati. All’inizio leggeva solo libri d’avventura, ma poi gli capitò fra le mani L’idiota di Dostoewskij, e fu la svolta: lesse tutto Dostoewskij, poi Tolstoj e le tragedie di Shakespeare.
In seguito, grazie al poeta Mario Rinaldi, suo professore di liceo, il giovane Pasolini scoprì la poesia contemporanea: Montale, Ungaretti. Dai poeti ermetici, risalì ai simbolisti, e lesse soprattutto Rimbaud. Ai poeti, affiancava i narratori dell’Ottocento (russi, inglesi, francesi), che leggeva altrettanto voracemente.
Dopo aver parlato al giovane delle sue letture, Pasolini gli consigliava di affidarsi, in un primo momento, al caso, per quanto riguardava la scelta della lettura, ma iniziando, comunque, dagli scrittori contemporanei: “sono molto più facili da capirsi nel loro vero valore, nel loro vero quadro storico. Per i classici occorre spesso un difficile tirocinio filologico e storicistico, e spesso capita – leggendoli così, istintivamente – di cadere in equivoci deformanti”.
Lo scrittore, che qui confermava la sua vocazione pedagogica sempre attiva, concludeva: “Dopo avere imparato a “leggere” sui tuoi contemporanei puoi affrontare i classici, con più esperienza e con più sensibilità”.
Rileggere oggi queste parole di Pasolini è particolarmente significativo. Infatti, in questo nostro tempo, in cui si sta perdendo il piacere di leggere e di fermarsi a riflettere, va ricordato che la lettura alimenta il desiderio della conoscenza. Un desiderio che, non solo è essenziale per il progresso della persona (e, quindi, della società), ma è anche ciò che rende più bella ed emozionante un’esistenza.
(Irene Toppetta)

You must be logged in to post a comment Login