Lo Zibaldone
Le voci e le musiche degli States
di Gildo De Stefano
Ancora un saggio sulla musica americana firmata dal noto Alessandro Portelli, dal titolo “We shall not be moved – Voci e musiche dagli Stati Uniti (1969-2018)” (Squilibri Editore, Roma 2019, pagg. 340, €. 39,00), un vero e proprio viaggio “on the road” durato ben mezzo secolo, effettuato dall’autore sui sentieri artistici degli States, dal titolo emblematico e metaforico della ben nota canzone diventata -a tutti gli effetti- l’inno di tutte le lotte sindacali: diffusa dal sindacato interrazziale dei braccianti e mezzadri dell’Arizona negli anni Trenta, nonché adottata (No nos moverán) dai campesinos della California in sciopero negli anni Sessanta.
Portelli, anglista di fama internazionale, rappresenta il punto focale per chi voglia avvicinarsi allo studio e alla conoscenza della storia orale e del pop, soprattutto quella statunitense avendo a lungo soggiornato e insegnato anche alla Columbia University, ed in questo lungo viaggio di cinquanta anni ha raccolto in diverse schede monografiche la storia delle canzoni e delle voci memorabili, famose e sconosciute, di lotta per il lavoro e movimenti contro la guerra, un percorso di grande interesse storiografico e musicale poiché il corposo testo di oltre trecento pagine è accompagnato da ben 4 CD in cui si potranno ascoltare le voci dei manifestanti contro Nixon a fine anni ’60 per poi arrivare a quelle dei giovani che scendevano in piazza contro l’uso indiscriminato delle armi e le stragi nelle scuole, e tant’altro ancora che lascerebbe il lettore-ascoltatore affascinato da un così imponente armadio della memoria socio-musicale del Paese della Libertà.
Ciò che affascina l’opera di Portelli è la passione certosina con cui egli ha percorso questi cinquant’anni di avvenimenti viaggiando col suo registratore a tracolla poiché “l’audio è un documento straordinario”, come gli ispirava la scuola dello storico Gianni Bosio, che vedeva la musica come una rappresentazione del mondo popolare, fino ad altre tecnologie come il telefonico dell’ultimo Millennio, al fine di documentare idee, fatti, opinioni e musiche pur di creare una fondamentale memoria cronachistica di mezzo secolo creata da attori e protagonisti della musica, a partire dai ben noti anni della contestazione giovanile. Un libro che definirei essenziale se non necessario non solo per i neofiti bensì anche per i più avvezzi ai corsi della storia e agli eventi di lotta più salienti degli Stati Uniti d’America.

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