Narrativa
Le farfalle sotto l’arco di Tito
Insalata “Mangiate la foglia”. “Dopo aver versato il contenuto della busta in una capiente ciotola da insalata (mi raccomando, che si abbini al colore della tovaglia!), potrete
condirla con succo di limone a volontà, un filo d’olio extravergine e un pizzico di sale.” Presentato al Salone del Libro di Torino edizione 2017, ecco un libro adatto a chi sa
apprezzare ironia e intelligenza. La protagonista si chiama Cheddonna ed è una persona comune che conduce una vita comune tra famiglia e amici, inseguendo le proprie aspirazioni letterarie che attendono di essere soddisfatte attraverso la pubblicazione del suo primo best seller, un libro di cucina. L’ennesimo, ma il suo è speciale.
I nomi delle persone che la circondano offrono l’idea del paesaggio entro cui ci troviamo. Eccone alcuni, scelti a caso: Miomarito, Lastregadisopra, Cheddolce, Anandooo!,
Loziovescovo. Ogni personaggio potrebbe essere una presenza autentica nel nostro quotidiano, ma qui ogni situazione, circostanza e avvenimento sono comici e plausibili,
persino quando sembra di essersi calati nel set di un film di Carlo Verdone. Una battuta bruciante, una sorta di motto di spirito conclude quasi immancabilmente ciascun paragrafo, con i brevi episodi scanditi in un calendario. L’ultima parte del libro ospita il “Manuale di cucina Atomo-Molecolare” e si intitola “q.b”; le ricette sono fintamente serie, incredibilmente disarmanti, adatte a innescare il sospetto che servano a fare il verso a volumi con il blasone. Probabilmente per l’Autrice è stata la parte più facile e meno faticosa perché sotto questo profilo ha dovuto inventare poco o niente. Chiara Pesenti è una donna autentica, simpatica, spontanea e chiaramente innamorata della vita, capace di far trasparire tutto ciò in modo naturale attraverso ogni pagina. La scrittura e il tono sono volutamente ridondanti: la scelta si rivela opportuna e coerente perché questa soluzione facilita l’immersione del lettore in quell’ambiente surreale, lievemente sopra le righe, ma sempre contenuto nell’ambito del realmente possibile. Il titolo, non casuale, è stato scelto con cura. La frase richiama i noti versi di Carducci, ove il Poeta ammonisce chi si accosta ad un luogo significativo senza la necessaria referenza e rispetto. Ma nel titolo, la parola che individua l’insetto è con la maiuscola che ne cambia il significato, suggerendo una nota qualità di pasta alimentare,
per cui la frase assume una doppia valenza simbolica. Utile soprattutto per non prendersi troppo sul serio e provare a guardare sotto un profilo più leggero la vita e anche
certi ambienti culinari molto celebrati.
CHIARA PESENTI
Le farfalle sotto l’arco di Tito
XY.IT, 2016
pp. 212, euro 18,00

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