Eventi
L’anima letteraria di Ferrara attraverso i suo segreti
Sabato 13 e domenica 14 maggio, due giorni dedicati ai curiosi, a quelli che davanti a un portone chiuso iniziano a sognare i giardini che non possono vedere.
Eleganti corti rinascimentali, orti medievali, oasi fiorite di tranquillità e pace domestica, geometrie zen e labirinti di siepi, rari alberi secolari e arboreti insospettabili, celati alla vista dei passanti dalle facciate degli antichi palazzi: Ferrara custodisce gelosamente uno spettacolare patrimonio di giardini privati. Un patrimonio che eccezionalmente, grazie alla manifestazione Interno Verde, si metterà a disposizione della collettività: ferraresi e turisti sabato 13 e domenica 14 maggio potranno esplorare cinquanta giardini privati. Interno Verde intreccia lo spirito ecologico a quello indelebilmente culturale del capoluogo estense e svela quanto questi angoli di quiete siano stati fondamentali per raccogliere secoli di fantasia. Le impronte degli artisti che hanno raccontato la città sono rimaste vivide sull’erba.
LUOGHI D’ISPIRAZIONE
La mattina di sabato, alle 11, il Festival stesso sarà inaugurato dalla presentazione di un libro particolare. Le pagine di Questo non è un ikebana (Renape), di Francesca Popolizio, introdurranno i visitatori all’arte giapponese dell’arrangiamento dei fiori, della ricerca dell’equilibrio e della perfezione. Le tavole originali del volume, insieme ad altre opere dell’artista, saranno in mostra nel luogo dov’è sbocciata l’idea di Interno Verde. Al civico 39 di via del Turco s’incontra un giardino che faceva parte di un antico hortus conclusus, oggi frazionato in più aree verdi, ognuna con un proprio carattere peculiare, dal giardino alimentare, coltivato con i tipici alberi da frutto della tradizione agreste ferrarese, al labirinto zen, contemplativo e minimale. Si accede su un tappeto di trifoglio nanissimo che circonda il labirinto tracciato dal vialetto in ghiaia rossa: caratteristico dell’insieme di ambienti è il gioco prospettico dato dal susseguirsi di varie aperture, cancelli e pergolati, architetture che gli alberi scavalcano e confondono.
Questo è soltanto l’incipit di un cammino ideale che si addentra nell’anima letteraria della città. Ludovico Ariosto coltivava le idee migliori nel giardino rigoglioso della sua parva domus. Appena superato l’ingresso, un piccolo melograno e un romantico pozzo incorniciato dall’edera accolgono il visitatore, insieme ai gelsomini e ai rosai rampicanti; gli stessi che gli saranno valsi qualche verso dell’Orlando Furioso, a cinquecento anni dalla sua prima edizione. I più sognatori si avventureranno alla ricerca de Il giardino dei Finzi Contini: a un secolo dalla nascita di Giorgio Bassani non si è ancora estinto il quesito: esiste o non esiste? Non va tralasciato il pergolato del Tennis Club Marfisa: qui sfidavano gli amici Michelangelo Antonioni e Bassani, che senza dubbio si ispirò alle svariate partite disputate per descrivere i giovani Giorgio e Micol. Il giardino più equivocato di Ferrara è quello custodito tra via Ugo Bassi e via Cisterna del Follo. Vox populi vuole che l’imponente magnolia centrale sia il celebre esemplare descritto da Bassani nella lirica Le leggi razziali: «Costretta fra quattro impervie pareti / piuttosto prossime crebbe / nera, luminosa, invadente, / puntando decisa verso l’imminente cielo / piena giorno e notte di bigi passeri». La casa natale dello scrittore si trova nello stesso complesso architettonico, ma l’albero che osservava dalla finestra non è questo, si trova in un cortile interno, invisibile dalla strada. Bassani, però, non fu l’unico a immaginare la penombra di un giardino segreto: quello che si incontra in via Palestro nemmeno si riesce a intuire dalla strada. Solo quando si apre il portone del palazzo cinquecentesco, s’illumina la bellezza del fazzoletto verde che racchiude. Nel Settecento la proprietà passò alla famiglia Scacerni, la stessa a cui è dedicata Il mulino del Po, di Riccardo Bacchelli. Il romanziere spesso si rifugiava a scrivere tra la magnolia e il frassino del loro giardino; perciò decise di attribuire ai protagonisti del suo capolavoro il cognome dei suoi ospiti, in segno di riconoscenza.
Il cerchio si chiude in via Coperta, in un lotto paradisiaco che nel Quattrocento apparteneva al convento di Sant’Agostino, un piccolo eden in mezzo ai ciottoli. I frammenti di vetro incastrati nel muro di cinta rimandano appositamente ai «cocci aguzzi di bottiglia» di Eugenio Montale, al suo «meriggiare pallido e assorto / presso un rovente muro d’orto».
L’Associazione Ilturco, che ha ideato e curato l’iniziativa, ha raccolto la disponibilità delle famiglie che per un weekend apriranno porte e portoni, permettendo a chi vorrà partecipare all’evento di esplorare il capoluogo estense in modo inedito. Un’occasione unica per scoprire dietro il rosso dei cotti ferraresi un’anima verde tanto ricca quanto capillarmente diffusa. Interno Verde è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, e realizzato grazie all’Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e al Comune di Ferrara. È sostenuto inoltre da Toyota, Coop Alleanza 3.0, Emil Banca, Zerbini Garden, la cartotecnica Cartesio Fullcard, Ceramica Sant’Agostino, Silla – Materiali e servizi per l’edilizia, Engel&Völkers Italia, Raggio Verde Incoming Italy e Zazie.
Per conoscere il programma completo dell’iniziativa e restare aggiornati sugli eventi collaterali si può fare riferimento al sito www.ilturco.it/interno-verde oppure seguire la pagina Facebook dell’associazione Ilturco: https://www.facebook.com/ilturco.it/.
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