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Lo Zibaldone

L’anima della formica bianca

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di Fulvio Caporale

Fin da quando furono classificate da Linneo nel 1748, le termiti hanno suscitato interesse per il loro comportamento e per l’incredibile ordinamento interno al loro termitaio. Le formiche bianche, le termiti sono anche chiamate così per il pigmento della loro pelle, sono animali arcaici che vivono nell’oscurità del loro termitaio e sono capaci di costruire “acquedotti”, da cui prendono l’acqua per vivere, anche a trenta metri di profondità. Comandati da un centro di potere, la regina, la cui forza di comando per certi versi rimane ancora misteriosa, le termiti hanno suscitato studi profondi e articolati sulla loro esistenza. Uno dei più interessanti è raccolto nel libro “L’anima della formica bianca” di Eugene N. Marais, edito da Adelphi. Marais fu uno studioso eclettico, avvocato, naturalista per passione e uomo dai mille interessi, il quale dedicò molto tempo allo studio delle termiti scrivendo alcuni articoli molto interessanti sul loro comportamento. Questi articoli sono stati raccolti in questo libro che appare uno studio organico, divulgativo e affascinante sulle formiche bianche. Il nostro autore ha passato molti anni in una regione del Sudafrica, dove è nato, per studiare questi insetti che hanno una vita molto particolare. La regina fonda il nido e dopodiché passa la sua vita ad ingrassare producendo più di 50.000 uova al giorno; le operaie si occupano del termitaio, lo fanno vivere grazie agli ordini della regina, mentre i soldati la proteggono e proteggono il termitaio come fosse un organismo vivente. Questa è l’intuizione più importante di Marais che vede nel termitaio un superorganismo che si può paragonare al corpo umano in cui ogni organo è autonomo ma collabora per la vita dell’essere umano e allo stesso modo ogni sezione del termitaio è autonoma ma obbedisce alla regina e lavora in funzione di tutto il superorganismo. Proprio questo parallelismo ha permesso di indicare la via a molti studiosi che hanno ragionato in modo diverso sull’esistenza del termitaio, il quale non ha smesso di evocare metafore, esempi e paragoni con la vita sociale degli uomini, dove spesso si usa tale termine per indicare situazioni spiacevoli o incubi organizzativi dai quali si vorrebbe fuggire. In realtà il termitaio è un nido nel quale i suoi abitanti non si fermano mai, lavorano giorno e notte, per ripararlo, proteggerlo dalle invasioni, per coltivare i luoghi dove preparano il cibo, nel libro possiamo trovare un capitolo sul modo in cui le temiti coltivano i funghi e le spore e preparano il cibo per tutti gli abitanti del termitaio e per renderlo vivo fino a quando vive la regina, perché se lei muore le termiti si fermano e non svolgono più alcuna attività fino a morire. Insomma, un libro molto ricco di spunti che svela misteri incredibili sull’esistenza di questi animali che popolano la terra da milioni di anni e hanno sviluppato un perfetto modello di autosufficienza.

 

 

L’anima della formica bianca

Eugene N. Marais

Traduzione di Livio Bacchi Wilcock
Biblioteca Adelphi, 20
1968, 3ª ediz., pp. 196, 9 tavv. f.t.
isbn: 9788845900549
Temi: Etologia

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