Lo Zibaldone
L’acqua e la terra nella cosmologia dantesca
di Niccolò Lucarelli
Nel settimo centenario dantesco, anche la prestigiosa Leo S. Olschki celebra il Sommo Poeta e concittadino proponendo la ristampa anastatica del trattato Quaestio de Aqua et Terra, così come fu stampato da Aldo Manuzio nel 1508. Fu infatti il celebre editore veneto a dar veste tipografica a un’opera dantesca che era sempre rimasta in ombra; e già nel 1905, la casa editrice fiorentina aveva ripresa questa celebre edizione in lingua latina, arricchendola con le traduzioni in italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese, con lo scopo di presentare Dante come sintesi della cultura medievale. Nel 2021, eccone la ristampa che contiene l’introduzione storica originale di Giuseppe Boffitto e quella scientifica di Ottavio Zanotti Bianco, con quest’ultima che inquadra la disputa secondo i criteri dell’allora moderna geodesia.
Universalmente noto come poeta, finché fu in vita Dante Alighieri volle invece essere qualcosa di più, occupandosi anche di teologia, filosofia e cosmologia, e più volte intervenne nei dibattiti che, a livello europeo, si svolgevano attorno a determinate questioni. Nel caso specifico, la disputa sul dislivello tra la terraferma e l’acqua era un tema assai rilevante nella cosmologia medievale, e il nodo stava nel ricercare se l’acqua, nella sua sfericità, si trovasse in un qualche punto dell’universo situato più in alto della Terra, la quale emerge dalle acque. Più in generale, la questione verteva sulla disposizione dei quattro elementi fondamentali (acqua, terra, aria e fuoco), che all’epoca si credevano essere ordinati in quattro sfere concentriche con la Terra al centro. Da tenere presente che per Dante, la parola “alto” indica una posizione distante dal centro del globo. La Quaestio altro non è che il testo di una conferenza tenuta da Dante a Verona, nella chiesa di Sant’Elena, il 20 gennaio 1320, per sostenere come la terra emersa fosse dovunque più alta della superficie del mare, e nell’emisfero boreale si elevasse su di essa con una gibbosità a forma di semilunio che si pensava coincidere con le terre allora conosciute.
Un viaggio affascinante nella scienza come la si intendeva in epoca medievale, costantemente intrecciata alla filosofia e alla religione, e frequenti sono i richiami a quest’ultima, nella dissertazione dantesca.
L’accuratezza della ristampa anastatica permette di apprezzare l’eleganza dell’edizione di Manuzio,così come delle “aggiunte” del 1905, ovvero le traduzioni e gli apparati scientifici. Un prezioso volume che permette di approfondire la figura di Dante e il suo interesse per le questioni scientifiche del suo tempo.
Dante Alighieri
Quaestio de aqua et terra
Leo S. Olschki, 2021
pp.XXIII-89, Euro 30,00
You must be logged in to post a comment Login