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Lo Zibaldone

La radioattività intorno a noi

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Nei secoli passati gli alchimisti coltivarono il sogno di pervenire alla trasmutazione della materia e di trasformare il piombo in oro. Non ci riuscirono e i ricordi di pagine di chimica lette con i compagni di classe possono forse ancora chiarirci, a distanza di tanti anni che gli atomi costituenti la materia, e cioè il mondo in cui viviamo, sono stabili: il nostro vecchio testo scolastico non aveva forse un’illustrazione con il sale da cucina (anche se chiamato, più propriamente e scientificamente, “cloruro di sodio” e mostrato come molecola) con l’avvertenza che anche dalla decomposizione in atomi altro non poteva venir fuori se non sodio e cloro? Esistono tuttavia atomi instabili, atomi che spontaneamente si trasformano in atomi di altra specie mediante un processo denominato decadimento: l’uranio è uno di questi elementi e lo troviamo menzionato in una delle prime pagine del volume scritto da Giovanni Vittorio Pallottino (ordinario di Elettronica alla Sapienza Università di Roma, divulgatore della scienza con particolare attenzione ai problemi dell’energia e dell’ambiente). In fondo alla pagina troviamo un riquadro con altri elementi chimici i cui nomi possiamo ricordare di aver letto sui giornali o su internet a proposito di vicende tali da destar preoccupazione e innalzamento dell’attenzione (confidando in una comunicazione corretta del rischio e, più in generale, in una comunicazione di tutto ciò che attiene alla radioattività non viziata da preconcetti o da dannose affrettate eccessive approssimazioni): radio e polonio e, come elementi meno rari dei precedenti, torio e radon, gas particolarmente presente nelle regioni dove vi sono sorgenti termali o vicino a rocce di origine vulcanica.

Radioattività naturale e radioattività creata dall’uomo, dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki nella seconda guerra mondiale alle centrali nucleari, mostrando per queste ultime l’evoluzione verso la cosiddetta IV generazione alla ricerca di una sempre maggior sicurezza e illustrando anche, con ampio corredo di foto, gli incidenti avvenuti negli ultimi decenni, dramma di Chernobyl incluso. Il libro rifiuta gli «approcci sbrigativi basati su incrollabili certezze tecnofideistiche oppure su altrettanto aprioristiche demonizzazioni» e fornisce elementi per costruirsi un’opinione. Non mancano panoramiche su altri aspetti della radioattività che possono avere a che fare con il proprio vissuto (ad esempio nel caso ci si debba sottoporre a radiografie o alla “risonanza magnetica nucleare”, ormai sovente denominata semplicemente “risonanza magnetica” perché scelte di marketing e comunicazione tendono a rimuovere gli aggettivi che possono risultare sgraditi) o che con la nostra vita hanno sicuramente a che fare trattandosi del cibi che arriva sulla nostra tavola.

GIOVANNI VITTORIO PALLOTTINO

Pregiudizi e realtà.

Edizioni Dedalo, 2014

pp. 192, euro 16,00

 

 

di Federico Mussano

 

 

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