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La Paura ha il colore dell’Argento
È uscita in libreria per Einaudi Paura, la biografia del padre del cinema horror Italiano
di Gordiano Lupi
Dario Argento è il padre dell’horror moderno italiano, che riesce a prendere il meglio del cinema nero di Mario Bava e a fonderlo in un mix di macabro e giallo che fa nascere il thriller all’italiana. Fa venire a mente un assassino in guanti neri (il regista interpreta la parte del killer), inafferrabile, che uccide nei modi più impensati ed efferati. Un’altra caratteristica del suo modo di narrare è la soggettiva dell’assassino che mette sempre lo spettatore dalla parte di Caino, come se stesse leggendo un romanzo scritto in prima persona dal serial killer. Dario Argento è un regista surrealista, crea un’estetica della morte e del delitto seguendo la lezione di Mario Bava e Alfred Hitchcock, ma tracciando una strada originale. Dario Argento è un caposcuola: registi interessanti come Michele Soavi, Lamberto Bava e Luigi Cozzi gli devono molto. Dario Argento sente l’esigenza di raccontarsi in un’autobiografia che può dirsi definitiva, parlando di cinema, ma soprattutto raccontando se stesso, mettendo a nudo la sua anima. “Hanno scritto un sacco di libri su di me. Adesso è il mio turno di parlare di Dario Argento”. Ed ecco il poeta del brivido spalancare la porta ai sogni e agli incubi malati della sua mente, raccontare la tentazione del suicidio superata grazie al cinema e ai consigli di un amico medico, ma anche la droga, l’esperienza della galera, le molte donne della sua vita, il rapporto con le figlie, l’amicizia con Romero, la fratellanza con Cozzi e Bava. Ne viene fuori l’Argento che non ti aspetti, un uomo innamorato delle donne, anche se al cinema le ammazza sempre; un padre perfetto che per le amate figlie ha supplito alla mancanza di una madre e ha voluto spesso nei suoi film la presenza di Asia, perché con lei il rapporto era speciale. L’esperto di cinema non troverà molte cose nuove in questo libro, perché su Argento è stato scritto e detto molto, in ogni caso rileggerà gli esordi legati alla trilogia animale, rivivrà l’esperienza thriller di Profondo rosso, incontrerà le streghe di Suspiria e ricorderà gli aghi che spalancano gli occhi in Opera. Troverà anche tutti i film minori degli anni Novanta e Duemila, che il regista difende, sicuro di una rivalutazione a posteriori, ma che il critico non può esimersi dal paragonare ai capolavori degli anni Settanta e Ottanta.
Paura è un’autobiografia che si legge con passione, come se fosse un romanzo. Marco Peano ha fatto un buon lavoro di editing e di raccordo, limitando il flusso di pensieri a vantaggio di una narrazione fluida e scorrevole. Certo, stiamo leggendo l’autobiografia di Dario Argento. Nessuno si aspetti Lanterna magica o Immagini di Bergman: troverete la stessa differenza che passa tra Profondo rosso e Il posto delle fragole. Dario Argento è uomo di cinema sin dalla nascita, spirito ribelle, lettore accanito, in fuga adolescenziale a Parigi, giornalista di cinema a Paese Sera e regista per caso, grazie alla produzione paterna. Un caso che dura sino a oggi, visto che il re del brivido, sta preparando Sandman, un nuovo horror che speriamo riesca a scacciare quel retrogusto amaro che ci hanno lasciato in bocca modeste operazioni come Dracula e La terza madre. Dario Argento come non ve l’hanno mai raccontato e come lui vorrebbe essere ricordato. Un acquisto obbligato per tutti i fan.
ttoriQ� 4�P� Nulla è inventato. Poi la catastrofe del cui pericolo gli abitanti non si erano resi conto nonostante i terremoti; quindi i tentativi di salvarsi in una fuga nella nebbia accecante che sa di zolfo e toglie il respiro, o in una corsa inutile verso il mare… Poi cala una quiete mortale su plaghe deserte. In queste pagine si tocca il vertice della narrazione.
E’ un’opera immensa, corredata da illustrazioni bellissime e da una ricca bibliografia. Va riletta e studiata come si fa coi libri che “iniziano proprio quando finiscono”. Chi acquista il libro consente il restauro di un importante affresco di Pompei.
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