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Lo Zibaldone

La donna e il mare

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Di Gildo Di Stefano

L’ardua difficoltà nel recensire la scrittura di Corrado Calabrò alloggia non tanto nell’analisi ‘in vitro’ dei suoi valori espressivi e formali bensì dalla triste consapevolezza che essa non sia stata considerata con dovizia nelle sue pieghe psicologiche. Nel libro di Carlo Di Lieto, eminente docente universitario, la poesia di Calabrò domina gran parte della narrazione seducendo il lettore con musicalità e delicatezza. Uno stile poetico e fluido quello del poeta, che il lettore ha già avuto modo di conoscere in altre occasioni e anche stavolta, pur scostandosi di genere letterario dal precedente, si è dimostrato all’altezza della situazione. Abile nelle descrizioni dei paesaggi e degli ambienti, si nota come il poeta abbia saputo tratteggiare con maestria il carattere dei personaggi, delineando in ciascuno caratteristiche particolari, singoli tratti distintivi. La prosa è oggettivamente godibile, anche se Calabrò fa aleggiare la sua denuncia in un’immaginario magico e cospicuamente surreale. Ciò che si evince da questo libro è la poesia immediata, sensoriale e descrittiva di Calabrò, che ha trovato il suo nascondimento, troppo apparentemente semplice per essere inserita nella pattuglia degli intellettuali teorici di un nonsense linguistico, cervellotico e elitario, che guardava al significante come produttore di significato. Tuttavia Calabrò è rimasto fedele a se stesso, facendo la cosa giusta.

Nondimeno all’attento lettore non sfuggirà il motivo per cui la poesia di Corrado Calabrò abbia superato le onde procellose della critica intellettualistica e formalista degli anni sessanta, riapparendo sempre e comunque più vigorosa e fertile nel nostro nuovo secolo.

Leggendo con attenzione sia l’introduzione che l’importante bibliografia raccolta da Carlo Di Lieto si evince come la scrittura di Calabrò si concentra su tre tematiche-concetto, tre lemmi che si allargano a dismisura producendo una moltiplicazione di significante: il mare, l’amore, la donna.

Riflettendo si constata come i tre termini tematici siano intercambiabili e uno può contenere l’altro come in un gioco raffinato e un po’ perverso di scatole cinesi o di matrioska: la donna si fa mare nell’amplesso d’amore, il mare accoglie l’amore della donna, l’amore per la donna esplode nell’abbraccio del mare. Giochi di parole, significati che si rincorrono in un universo poetico che non muta ma si rafforza con gli anni, si concentra su di sé e così fortifica le proprie convinzioni, il proprio universo esistenziale.

 

Carlo Di Lieto

La donna e il mare – Gli archetipi della scrittura di Corrado Calabrò

Vallardi Editore, Vimercate (MB) 2016

pagg.254 – €. 12,00

 

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