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Democrazia, Rousseau e i Cinque Stelle

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La possibilità di poter decidere con un click su questioni di grande complessità sarebbe veramente la scelta consigliata da Rousseau per l’Italia in questo momento? Ripercorriamo il pensiero del filosofo, tentando una riflessione

 di Irene Toppetta

Leggiamo che il Movimento 5 Stelle sta lavorando al sistema operativo Rousseau, tramite il quale vuole dare ai suoi iscritti la possibilità di esprimersi in merito alla politica regionale, nazionale ed europea e anche di presentare propri disegni di legge “dal basso”.
Si dà a un sistema operativo il nome di uno dei più grandi filosofi della storia, forse per conferirgli una sorta di autorevolezza democratica. La possibilità di poter decidere con un click su questioni di grande complessità sarebbe veramente la scelta consigliata da Rousseau per l’Italia in questo momento? Ripercorriamo il pensiero del filosofo, tentando una riflessione.

Oggi la questione della democrazia è tornata al centro del dibattito nazionale e internazionale. Infatti, soprattutto per via del caso greco, da più parti ci si interroga su quali spazi di decisione e partecipazione reale restino al cittadino europeo.
Democrazia, dal greco, potere del popolo.
Cosa pensava Rousseau della democrazia?

Per Rousseau, l’uomo, in partenza, è innocente e possiede una felicità piena. Tutto ciò è guastato, poi, dalle istituzioni sociali. La civiltà snatura gli uomini, producendo individui sempre più conformisti e falsi. Dunque, affinché l’uomo ritorni alla sua felicità iniziale, occorre riedificare l’assetto socio-politico.
Rousseau ritiene che, in seguito alla comparsa del lavoro, della proprietà, dei gruppi sociali, lo stato di natura, da felice diventa uno stato di guerra; a questo punto, occorre che gli uomini stipulino un patto.
Il contratto sociale che ha dato origine alla società civile è per Rousseau un patto iniquo proposto dai ricchi per conservare tutti i privilegi conquistati nell’ultima fase dello stato di natura.
Il filosofo ritiene che lo strumento decisivo per modificare le cose sia una profonda riforma della società, nella quale le uniche differenze da ammettere siano quelle relative ai meriti. Occorre, quindi, stipulare un nuovo patto: Rousseau vuole rifondare la società alla base.
Vivendo insieme agli altri, l’uomo sviluppa delle facoltà che da solo non svilupperebbe; la società è non solo inevitabile, ma anche necessaria. Ma, la società necessaria non è quella civile, basata sull’ineguaglianza. C’è bisogno di nuove istituzioni sociali e politiche: questo è l’argomento del Contratto Sociale.

Rousseau pone l’accento sul concetto di legittimità: l’ordine legittimo non viola la libertà degli uomini, in quanto non è imposto, ma realizzato consapevolmente e razionalmente da essi. Solo un ordine sociale scelto liberamente dagli uomini può renderli felici. Le istituzioni legittime possono nascere solo da una convenzione scelta liberamente.
Attraverso il patto sociale, gli uomini escono dallo stato di natura in cui non erano sicuri rispetto alla conservazione e alla proprietà. Occorre però trovare un’associazione che protegga, senza togliere la libertà. Il contratto deve avere come clausola principale che ogni uomo ceda in modo totale i suoi diritti a tutta la comunità. In tal modo, chi cede i diritti, li riceve poi indietro come membro della comunità. E’ come se i cittadini cedessero i propri diritti a se stessi. In questo quadro, il corpo sovrano non ha bisogno di dare garanzie ai sudditi, in quanto non può nuocere a se stesso. Sono i sudditi che devono dare garanzie precise al corpo sovrano, perché in loro può prevalere l’interesse individuale.

Fondamentale è la nozione di volontà: lo stato nasce non per consegnarsi nelle mani di un sovrano (pactum subiectionis), ma per creare una persona sociale la cui volontà è la volontà generale. La volontà generale è la volontà del corpo sovrano, solo quando tende al bene comune. Essa va distinta dalla volontà di tutti, che è la somma delle volontà particolari che tendono a fini egoistici. La sovranità, espressione della volontà generale, è una e non può essere alienata, rappresentata o divisa. L’atto sovrano è l’atto di emanare una legge, e ogni legge deve essere ratificata direttamente dal popolo intero.
Una concezione così rigida della supremazia del piano legislativo rispetto all’esecutivo ha indotto alcuni interpreti a ritenere che Rousseau sia esclusivamente a favore della “democrazia diretta”. In realtà, come precisa nelle Lettere dalla montagna, egli descrive tre forme di governo: democrazia, aristocrazia e monarchia, mostrando “come ognuno avesse una sua ragione che poteva farlo preferire a tutti gli altri, a seconda degli uomini, del momento, del luogo”.

Nel Contratto Sociale egli scrive: “Se ci fosse un popolo di dèi si governerebbe democraticamente. Un governo tanto perfetto non conviene ad uomini”. La democrazia resta per il filosofo, il modello ideale, quello della polis greca, ma egli considera anche che quel modello era legato a condizioni particolarissime. Molto più accessibile è, allora, la prospettiva di un governo che si mostri il più possibile adatto alle condizioni di un determinato paese.
Torniamo a noi. In quali condizioni ci troviamo noi, come italiani, come europei? Che tempo è questo? Il tempo della finanza, delle autorità monetarie europee, del pareggio di bilancio…e basta? Ha ancora senso un discorso sulla democrazia? Altrimenti detto, rispetto a tutto questo, il popolo ha ancora potere?

Il M5S propone il suo sistema di “democrazia diretta”: a giorni, la prima release beta del sistema operativo Rousseau sarà disponibile anche in versione mobile. Dove porterà tutto questo? A quanto pare, lo vedremo a breve.
Certo, ci si può chiedere se sia auspicabile che questo modello si diffonda. C’è tutto un discorso sulle competenze del quale si deve tener conto. La possibilità di poter decidere con un click su questioni di grande complessità personalmente mi lascia perplessa.
Chissà che cosa ne avrebbe pensato Rousseau, quello vero.

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Per approfondire:  Il contratto sociale (brossura) di Jean-Jacques Rousseau – BUR Biblioteca Univ. Rizzoli – 2005; Discorso sull’origine della disuguaglianza. Contratto sociale. Testo francese a fronte di Jean-Jacques Rousseau – Bompiani – 2012 – Origini della disuguaglianza (brossura) di Jean-Jacques Rousseau – Feltrinelli – 2013; Scritti politici (brossura) di Jean-Jacques Rousseau – Laterza – 1994

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