Lo Zibaldone
La civiltà antica e l’arte del profumo
di Niccolò Lucarelli
Impalpabile, delicato e misterioso, il profumo gioca con i sensi e costruisce atmosfere oniriche e raffinate. Prendendo spunto dalle seduzioni della regina Cleopatra e dalla sua leggendaria femminilità, Giuseppe Squillace, Professore di Storia Greca presso l’Università degli Studi della Calabria, licenzia per i tipi di Olschki un approfondito quanto interessante saggio che esplora l’importanza del profumo nelle civiltà antiche, un elemento soltanto in apparenza marginale, ma che invece ricopriva un ruolo fondamentale sia negli usi e costumi quotidiani della vita “laica”, sia per quanto riguarda la vita religiosa, perché ad esempio le resine bruciate sulle are mettevano in comunicazione il mondo terreno con quello delle divinità (una simbologia che rimane nella pratica cristiana di bruciare l’incenso durante le funzioni).
Il volume è costruito su un’ampia e accurata ricerca di fonti storiche e letterarie, che costituiscono preziose testimonianze di prima mano sull’utilizzo e la percezione di profumi, aromi e spezie, sul loro commercio e la loro coltivazione o fabbricazione, sulle tecniche e i segreti dell’arte profumiera. Scorrendo le pagine, si scoprono momenti di letteratura classica come i Saturnalia di Macrobio, o le Vite di Plutarco, da cui attingere episodi della relazione fra Antonio e Cleopatra, dopo di che l’opera entra nel vivo con il racconto dell’arte profumiera nel mondo greco e romano, ancora citando fonti coeve, tra cui il trattato Sugli odori di Teofrasto. Il volume costituisce anche un interessante documento linguistico sul classicismo, poiché le fonti antiche, greche e latine, sono riportate sia in lingua italiana, sia nella lingua originale.
Proseguendo nella lettura, si trovano stralci dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, in cui il naturalista descrive fiori e piante odorose, o le ricette tratte dal De materia medica del botanico greco Dioscoride, che visse nella Roma imperiale sotto Nerone, con cui preparare l’olio di rosa, di croco, di vite selvatica, di narciso, o le preparazioni del medico greco Galeno. Un breve ma interessante capitolo è riservato all’impiego delle essenze odorose nella gastronomia antica, e si scopre che Apicio preparava il vino di rose e il vino di viole, e nella fantasia scorrono immagini di raffinati banchetti allietati dalla musica e dalla poesia.
Nella filigrana delle essenze odorose, emerge il vivace ritratto della civiltà antica, fatta di politica, commerci, conversazioni, filosofia e “frivolezze”; una civiltà legatissima alla natura, dalla quale traeva anche gli elementi di seduzione, quale è appunto il profumo.
Giuseppe Squillace
Gli inganni di Cleopatra. Fonti per lo studio dei profumi antichi
Leo S. Olschki, 2022
- X+194, Euro 22,00
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