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Lo Zibaldone

“Karen Greenlee necrofila. A Giuliano Vasilicò”. Recensione del nuovo romanzo di Giovanni Bertini

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Necrofilia e Femminismo nel nuovo romanzo di Giovanni Bertini dal titolo Karen Greenlee necrofila. A Giuliano Vasilicò (Kimerik)


di Francesco Toniarini
Necrofilia, feticismo, parafilie, cosa sono, come nascono e come si evolvono nella mente umana?
Domande insolite per desideri (o perversioni direbbero forse i più) che disattendono l’ambizione infantile di ognuno di noi di essere normale. Bread and roses cantavano le nostre nonne (nostre in senso universale), le suffragette prima, le femministe poi; volevano diritti, volevano dare sfogo ai loro desideri, alle loro ambizioni, e in fondo essere riconosciute come individui al pari degli uomini.
Volevano il pane, ma anche le rose. In un certo senso è quello che è successo a Karen Greenlee, diventata tristemente celebre negli Stati Uniti, negli anni ’70, per aver avuto rapporti sessuali con i cadaveri presenti all’interno delle agenzie di pompe funebri in cui lavorava, oltre che ad aver riesumato le salme delle sue “vittime” direttamente dai cimiteri. Il romanzo di Giovanni Bertini Karen Greenlee necrofila. A Giovanni Vasilicò, edito da Kimerik, parte da qui, non dalle implicazioni legali o sociali della protagonista ma da quelle emotive e cognitive, che le impediscono (ma è davvero così?) di amare un altro essere umano. A quarant’anni di distanza da quei fatti, la libertà sessuale sembra aver trovato oggi la sua massima espressione, culturale e commerciale. L’industria del porno cura ogni tipo di produzione sulla base dei gusti particolari dei suoi clienti: lesbo, sadomaso, feticisti, gay bear, bondage e quant’altro.
Segno di un’evoluzione e di una capacità di accettare l’unicità di ogni essere umano e di riconoscerne il diritto a vivere la propria identità sessuale e i propri piaceri? Non credo. La necrofilia è comprensibilmente considerata reato, e siamo in un’epoca in cui anche una perversione gravissima quale è la pedofilia, viene in paesi come l’Olanda, spinta a essere riconosciuta e legalizzata addirittura con la fondazione di un partito.
L’ormai anziano Gianni Bertini, vittima di disturbi neuronali che lo portano a confondere i sogni con la realtà, navigando su Internet legge l’intervista di Karen Greenlee, una ragazza che, nel 1978, fu arrestata dalla polizia di Sacramento, in California, con l’accusa di necrofilia. Trentasei anni dopo, a Genova, il protagonista di questo avvincente noir studia la psicanalisi di Freud e il teatro d’avanguardia di Giuliano Vasilicò, amico fraterno, nella speranza di guarire la sua amata Karen. Bertini è, infatti, convinto che, se lui e la sua “regina necrofila” interpreteranno Le 120 giornate di Sodoma, le loro lancinanti e vaganti anime troveranno la liberazione nella riconciliazione di Eros e Thanatos. Lo spettacolo sarà messo in scena e tutti gli enigmi rappresentati dalla catarsi artistica, si risolveranno.
Non si tratta però di dare un giudizio su questo ma di mettere da parte l’indignazione più che giustificata e tentare di comprendere quanto, nella personalità di un individuo, il desiderio sessuale lo caratterizzi e lo catapulti fuori, come il sedile di uno shuttle, dal “cerchio della normalità”; il 20, il 30 percento? Chi può dirlo? Quanto il gusto degli altri, la sfera sessuale e privata di ognuno incide sulla sfera pubblica, sulla maschera sociale che indossiamo? E soprattutto, quando e quanto è giusto che il privato di un individuo diventi totalmente pubblico? Domande difficili alle quali rispondere e di primo acchito verrebbe da dire, senza alcun dubbio, che tutto questo è lecito “nel momento in cui il desiderio privato di uno danneggi il singolo o la comunità rendendolo vittima di un abuso”.
Valutazione logica, cristallina e indubbiamente inattaccabile. Ma Karen, e le tante Karen del mondo (uomini e donne) nate e cresciute scoprendo e imparando a convivere con un Id (freudiano) diverso, bramante desideri nascosti e irraccontabili, che non viene azzittito dalla mentalità dominante e che forse non può essere curato perché insito nell’anima delle persone, che cosa direbbe? Lo scopriamo leggendo queste pagine.
Karen è una femminista, un’attivista politica, una donna che ha amato sessualmente i morti, ma che ha amato profondamente anche i vivi. Ebbene, dove finisce l’amore e inizia la colpa? In fondo, chi è senza peccato scagli la prima pietra…

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