Lo Zibaldone
Joy Division, tutta la storia
Passione editoriale ed energia rock: Max Baroni ed Eugenio Monti della Tsunami raccontano la loro casa editrice, specializzata in libri sul rock. Fiore all’occhiello la biografia del Joy Division scritta dal bassista Peter Hook.
Tra le novità del “Salone internazionale del Libro” di Torino c’è stata la presentazione dell’edizione italiana della succulenta biografia dei Joy Division, scritta dal loro leggendario bassista Peter Hook e pubblicata in Italia da Tsunami Edizioni. «Tutta la storia», come dice il sottotitolo, dei pionieri del post punk … Il grande “Hooky” nell’introduzione scrive che un amico gli ha chiesto: «A che serve tutto ciò?» e sollecita le risposte dei lettori… A tal proposito aMax Baroni e Eugenio Monti, titolari dell’effervescente casa editrice Tsunami, chiediamo proprio: a che serve un’operazione editoriale di questo tipo, prestigiosa ma anche coraggiosa? E come nasce? «Un’operazione del genere – ci dicono – nasce, come tutti i nostrivolumi, da una forte passione per la musica, per i libri, e da quella che noi sentiamo come una missione: portare in Italia saggi che noi per primi vorremmo trovare in libreria.In particolare, il progetto Joy Division si basa su due punti fondamentali. Innanzitutto è la prima biografia della band scritta dall’interno, da un membro effettivo del gruppo, e per questo il libro parla della loro musica come nessun altro ha fatto prima, con un taglio davvero schietto e umano e diversi aneddoti che non mancheranno di stupire parecchi. E poi perché, banalmente (ma nemmeno tanto), è proprio bello e divertente da leggere!A margine, ma in fondo anche questo ha la sua importanza, si tratta di una band che amiamo in modo particolare».
La vostra casa editrice si chiama Tsunami… le varie collane editoriali che pubblicate Uragani, Tempeste, Tormenti, Tifoni, Fulmini… un richiamo a fenomeni naturali incontrollabili, dirompenti. Nell’attuale panorama editoriale non siete certo entrati in punta di piedi… Come e perché è nata la vostra casa editrice?«Quando, nel 2007, ci è venuta in mente l’idea di creare una casa editrice che si occupasse esclusivamente delle frange più dure, estreme e alternative del rock, sapevamo che sarebbe stata un’avventura difficile; ma eravamo anche consapevoli del fatto che una realtà del genere mancava in Italia e che tanta altra gente, oltre a noi, ne sentiva il “bisogno”.La scelta del nome è stata quindi pensata per dare immediatamente l’idea di un’energia immensa, incontrollabile, come la passione che travolge qualsiasi appassionato della musica della quale parliamo. I nomi delle collane sono venuti di conseguenza. Siamo i primi fan di quello che facciamo, niente è fatto per soli fini di mercato, se un progetto ci piace lo portiamo avanti, se non ci appassiona non cominciamo nemmeno. Ed è proprio questa passione che ci porta ad essere quasi maniacali nella cura delle traduzioni, dell’editing, delle scelte grafiche, a volte anche a discapito del contenimento dei costi».
Come vengono selezionate le scelte editoriali? Ci vuole passione, ma anche grande competenza…«Inevitabilmente, quando siamo partiti abbiamo dovuto rivolgerci al mercato straniero, quindi selezionare dei titoli ed acquisirne i diritti per quello italiano. La competenza per capire cosa fosse (e sia) meritevole di pubblicazione e cosa no ci arriva dalla passione per questo tipo di musica, che seguiamo con trasporto da moltissimi anni.Poi, con l’esperienza e con una struttura più articolata, abbiamo cominciato a dare spazio ad autori italiani, selezionando le proposte migliori che ci arrivano e, a volte, commissionando noi stessi dei progetti a degli autori che riteniamo essere all’altezza del compito.Il punto è proprio questo: in Italia c’è gente che sa scrivere bene, e che conosce gli argomenti di cui trattiamo con altrettanta competenza rispetto ai più considerati autori stranieri. Certo, qui da noi si ha l’innegabile handicap della maggior difficoltà nell’avere rapporti diretti con i protagonisti (le band, gli artisti) e nel reperimento di alcuni materiali, ma sono ostacoli che si possono superare con la dovuta costanza e dedizione. Alcuni nostri volumi sono stati acquistati e tradotti all’estero e questa pensiamo sia la più importante dimostrazione che siamo bravi almeno quanto gli altri».
Tra le nuove iniziative in cantiere una nuova collana editoriale, “I Monsoni”… come direbbe Bob Dylan “Blowin’in the wind”… soffiando nel vento, cosa accade?«La nuova collanasarà orientata al viaggio, ovviamente sempre in chiave molto rock. I primi due volumi saranno una guida di sopravvivenza al “Wacken Open Air” – probabilmente il più grande festival metal al mondo – e il bellissimo libro di Neil Peart (fenomenale batterista dei Rush) che racconta un viaggio di oltre 80 mila km in moto, intrapreso per ritrovare se stesso dopo una serie di terribili tragedie personali. Inoltre, cominciamo a pubblicare testi in inglese per i mercati anglofoni, iniziando con edizioni tradotte dei nostri volumi più richiesti. E poi, chissà… la speranza è quella di crescere ancora in questo Paese dove la cultura, anche musicale, sta rapidamente degenerando verso i minimi storici. Ma siamo convinti che anche piccoli mattoncini, come quelli che poniamo noi, possano contribuire a invertire la tendenza».
Gaetano Menna
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