Lo Zibaldone
Io sono la bestia
È il romanzo d’esordio di Donaera ed è come un boato nel silenzio. Iniziamo dallo stile narrativo molto personale, asciutto e incalzante. Il risultato è una narrazione immersiva che non perde mai il suo ritmo. Si parla di Sacra Corona, si parla di Salento, ma tutto appare più lo sfondo, la connotazione scenica di un noir che si articola a più livelli narrativi. La storia prende il via da un drammatico funerale di un giovane suicida. Una vittima del mondo che lo circonda e che finisce per rigettarlo. Una vittima passiva del proprio status sociale: il figlio del boss. E da qui parte la miccia di una storia che vive di continue detonazioni seguendo un iter narrativo che passa da personaggio a personaggio per una narrazione che segue le diverse prospettive dei personaggi chiamati a vivere l’elaborazione del lutto. Ma Donaera dimostra di esser capace di farci penetrare la psiche dei suoi personaggi mediante le azioni e da qui seguirne anche l’evoluzione o involuzione. L’autore dosa anche inflessioni e termini dialettali che permettono al lettore di entrare pienamente nel contesto territoriale in cui si svolge la storia. Un plus che non appesantisce la lettura, ma anzi rende più reali le vicende che si concatenano tra loro. Ultimo interessante aspetto è l’esser riuscito a coinvolgere la propria origine artistica. Donaera è infatti in primis compositore di poesie e lo stesso riesce a far entrare questa sua espressione artistica nel testo narrativo. Come? Mediante un invito e non con un’imposizione. Cosa vuol dire? Vi invito vivamente a scoprirlo mediante la lettura di questo romanzo.
Andrea Donaera
Io sono la bestia
NN Editore, 2019
pp, 226, Euro 16,00
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