Interviste
Intervista a Malia Delrai, “autrice di Ivan”
Malia Delrai è una scrittrice e fondatrice della Delrai Edizioni, una casa editrice specializzata nei generi romance, erotico, thriller, distopico, steampunk e fantasy. Dopo il successo della trilogia erotica Piacere russo, nel 2018 pubblica il romanzo Ivan, un romance caratterizzato da una scrittura appassionata e senza filtri, in cui si racconta la storia di Ivan e Ania, due spietati killer che dovranno fare i conti con una bollente passione che li travolgerà, ribaltando i loro progetti e le loro alleanze.
di GABRIELLA CICCOPIEDI
«Dopo aver scritto una trilogia sui personaggi di Roman e Selene, Piacere Russo, sei tornata alle sue atmosfere e hai ritrovato i due protagonisti ma questa volta per narrare la bruciante passione che lega l’amico di Roman, Ivan, alla giovane Ania, killer appartenente alla fazione rivale del gruppo dei Lupi di Tambov. Quattro personaggi molto diversi tra loro, quattro caratteri forti e unici nel loro genere. Ci racconti qualcosa del loro percorso di creazione, e cosa significano per te?».Roman e Selene sono nati per gioco, quattro anni fa. Era un’estate fresca, mi trovavo in montagna e parlavo con una mia amica della creazione di una storia particolare. Le raccontavo di un inizio forte che avevo nella mente, che è appunto quello poi di Potrei morire di te, dove una donna viene scaraventata nuda tra tanti uomini e messa in vendita. Non avrei pensato che da quella immagine ne sarebbe scaturito un romanzo, di successo poi. Ivan invece è nato da una riflessione più profonda su me stessa, non era più un gioco, nonostante per me la scrittura sia anche divertimento, ma un vero e proprio mettermi alla prova. I miei romanzi sono un po’ parte della mia vita, di ogni tappa che vivo, per questo sono importanti, sono pezzetti della mia anima che rimangono lì, imperfetti, migliorabili, ma sentiti, vissuti fino in fondo.
«La casa editrice Delrai, da te fondata e gestita, si compone di diverse collane che trattano di particolari generi letterari, dal romance al thriller, dal fantasy al distopico, con attenzione sia al cartaceo che al digitale. Quali caratteristiche devono avere le opere che diventano parte del tuo catalogo, in base a quali criteri le scegli?».Dico sempre che i romanzi Delrai devono avere tre S per essere scelti: stile, struttura, sentimenti. Uno stile personale, una struttura coerente, la capacità di trasmettere emotivamente qualcosa. Non esiste il romanzo perfetto, né la novità, ormai esistono punti di vista, esistono modi di raccontare, esistono storie da esternare. L’unicità non è data dall’originalità, intesa come idea mai raccontata prima, ma dal modo in cui guardi ogni cosa e sai trasmettere il tuo modo di vedere a chi ti legge.
«Cosa ti affascina tanto della Russia, ambientazione della trilogia Piacere Russo e del romanzo Ivan?».Ogni Paese ha il suo modo di essere affascinante e anche la Russia ha la sua storia e usanze che di certo hanno la loro importanza e il loro valore. Vorrei poter dire che sia stato questo ad avermi attratta, in realtà è molto più banale il fascino che ha avuto su di me: avevo bisogno di un uomo cattivo, freddo, oltre il limite, e il Paese che nella mia immaginazione più rappresentava questo genere di “maschio” era la Russia. In realtà è solo una questione di fantasia erotica femminile, c’è poco di vero, davvero poco.
«Il rapporto tra Ivan e Ania è epico, passionale fino all’eccesso fisico e mentale. Un amore per certi versi malato ma anche romantico, pur se i due amanti cercano di farsi male e di non soccombere a un sentimento che è l’unica parte pura della loro vita. Ivan e Ania si rincorrono per tutto il romanzo, si amano, si odiano, si picchiano, si giurano devozione eterna e soprattutto si desiderano fino a consumarsi l’uno nelle braccia dell’altra. Come hai gestito un rapporto tanto complesso, e a cosa ti sei ispirata?».Non posso parlarne con sincerità, però posso dire di aver vissuto una sorta di amore sbagliato e malato, mentale e totalmente fuori luogo e fuori da ciò che io reputo “giusto”. È stato questo a ispirarmi, a darmi il potere per creare due personaggi così eccessivi, fastidiosi quasi nel loro essere totalizzanti, ma veri. Mi sono resa conto che commettiamo tutti errori, più o meno gravi, spesso anche contro quelli che sono i nostri valori, e che per questo veniamo spesso giudicati, io ho semplicemente messo in standby il giudizio su me stessa e mi sono goduta il viaggio, esorcizzando i miei demoni e quello che il mio cuore mi diceva di seguire. A volte la nostra mente vive di grandissime illusioni, malattie, ma quando si deve scrivere un romanzo, sono utili strumenti. Poi si torna in sé e allora si capiscono i motivi, ma quello che si è scritto rimane, nella sua immancabile e meravigliosa follia.
«La storia di Ania è quella di una donna coraggiosa, una donna che non ha paura di amare, di sconvolgere la propria vita, di superare i propri limiti. Una donna che sa combattere per i propri desideri, che si sa difendere con aggressività ma al tempo stesso che sa essere dolce e femminile. In una società in cui vi sono ancora distinzioni di genere, in cui non vi è parità, Ania è un esempio forte che ribalta la figura della protagonista debole e remissiva presente in molti romanzi, specialmente nei generi youngadult e romance. Secondo te perché vi è ancora questo cliché della “principessa da salvare”?».Perché dentro di noi vogliamo tutti essere salvati dall’amore. Probabilmente i romanzi rosa hanno un pubblico più femminile che maschile, senza nulla togliere al maschio che li legge (che io personalmente adoro. Purtroppo noto da parte degli uomini tanti pregiudizi sul genere, ed è un peccato) e questo fa sì che spesso vediamo più la “donzella” da salvare, che altro. In realtà, se studiamo il romanzo rosa, l’amore salva e cambia entrambi, la donna con la sua accettazione dell’uomo, riesce a fargli capire il valore del sentimento rispetto a una ricerca solo del piacere, mentre l’uomo fa conoscere alla donna la sua femminilità in toto, che è data appunto da questa sorta di fragilità che il maschio adora perché può imparare a proteggere. Non ci vedo del negativo in questo cliché, ma io vorrei che la donna si smascherasse, e che ammettesse di essere anche come Ania. Il desiderio fa parte della donna come dell’uomo: le voglie, gli errori, il modo di essere passionale… lo sporco che c’è nell’uomo, c’è anche nella donna. Ania e Ivan non rompono il cliché, Ivan salva Ania, Ania salva Ivan, ma è il loro modo di essere persone che è diverso, il loro modo di essere veri. In questa società la verità di ciò che si è spaventa. Non è un problema che deriva dal passato, è un problema di oggi e basta. Mostrarsi per come si è davvero terrorizza. Ed è questo che dobbiamo risolvere.
«Alla fine del romanzo, nei “Pensieri sparsi di Malia”, dici che il tuo scopo è graffiare dentro il lettore. Che cosa intendi?».Parlare con lui e fargli provare emozioni. Io non sono un guru, non ho risposte, non voglio nemmeno darle, non voglio insegnare niente, ma voglio che ognuno di noi si ponga delle domande. Posso non piacere, ci sono state reazioni negative al mio romanzo, ed è bellissimo. Quello che scrivo o piace o non piace, questo è graffiante, nel senso che rimane dentro. Una blanda reazione non la sopporterei: il “sì, carino, una storia così, tanto per” non è ciò che voglio. Desidero reazioni forti, proprio perché voglio arrivare a toccare qualcosa in chi legge. Cosa non lo so, l’importante è che arrivi.
«So che sei al lavoro su un nuovo romanzo avente come protagonista il giovane Zakhar, figlio di Roman Nevskij. Torni ancora nel grande gruppo dei Lupi di Tambov, approfondendo un nuovo personaggio. Hai qualche anticipazione da darci? Ritroveremo Roman, Selene, Ivan e Ania?».Poco, sono personaggi secondari, alla lontana, e di certo li ritroveremo, ma tutto si concentrerà su Zakhar e Mariana, la donna che ha avuto a che fare con il mafioso in passato ed è già indissolubilmente legata a lui. Sempre amori al limite del possibile, insomma, questa è un’altra storia dove uomo e donna si confrontano con ambienti difficili, con passati oscuri, con perversioni e consapevolezze spaventose. Ma non posso dire di più.
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