Lo Zibaldone
Inter-city: poesie in viaggio
di Loredana Simonetti
Solitudine e incomunicabilità sono stati d’animo insiti nella persona oppure vanno maturando con l’’esperienza di vivere? Me lo sono domandato ripetutamente leggendo le poesie di Lucia Sallustio, dalle quali affiora il desiderio sempre più pressante di allontanarsi dal mondo circostante. L’incapacità di comunicare è incoraggiata dal freddo distacco delle persone che incontriamo nella routine giornaliera.
Intercity racconta lo sguardo della poetessa, occhi che interrogano la vita delle persone che ci scorrono vicino, veloci come il tempo.
Migranti, pendolari, vite comuni spinte a viaggiare, più per necessità che per piacere; le soste, le attese, le partenze sono momenti di vita per una forzata riflessione, per riscoprire un’identità forse perduta o per trovare risposte a domande rimaste inespresse a lungo.
La parola “speranza” compare in molte sue poesie, speranza che accende sorrisi, speranza che affievolisce perplessa, speranza delusa da un ideale che si trova altrove. L’autrice sembra ricercare la parola “speranza” nella gerla da cui coglie poesie, come esprime nella sua bellissima lirica “Interpretazioni”, in cui i versi, fedeli compagni dei suoi viaggi e ogni volta svuotati di senso, attendono nuove interpretazioni.
Così, alla ricerca della speranza, si supera la sensazione d’incomunicabilità che si temeva all’inizio del libro, ed è proprio il desiderio di scrivere che placa le tensioni della poetessa, anima combattuta che trova pace e ristoro nella scrittura.
“E in questo andirivieni generale, io sono ancora qua.”.
Lucia Sallustio
Intecity
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