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Lo Zibaldone

Innamorarsi a New York. Intervista a Melissa Hill

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Melissa Hill torna nella città che le ha portato fortuna e ambienta lì il suo nuovo romanzo. Dove l’amore, l’amicizia e i sogni si uniscono alla paura di perdere i ricordi. Senza dimenticare il clima da fiaba e l’happy end, elementi fondamentali per dare speranza in questi nostri momenti difficili.

di Lucia Castagna

La signora irlandese, con i colori della sua terra nella carnagione chiara, gli occhi verdi e i capelli ramati, è la regina del neo-romanticismo letterario, autrice di storie che sanno regalare sogni e speranze e riscoprono nel cuore sentimenti mai dimenticati. Melissa Hill, che si era già imposta nelle classifiche con Un regalo da Tiffany, vendendo oltre un milione di copie in tutto il mondo, è tornata ai vertici delle top ten internazionali con il suo nuovo romanzo, Innamorarsi a New York (traduzione di Lucilla Rodinò). E pensare che, dopo aver studiato Inglese e Storia all’università di Dublino, dove viveva con papà vigile del fuoco, mamma casalinga e due sorelle più piccole, aveva lavorato in banca, senza mai immaginare di diventare scrittrice. Ma un giorno, dopo aver letto un libro che l’aveva profondamente delusa, cominciò a buttar giù una storia, forse quella che le sarebbe piaciuto leggere, e quella storia diventò un romanzo, fu pubblicata, e le dette la voglia di continuare…

Perché crede che i suoi libri abbiano così tanto successo?

Forse perché, in momenti di crisi e di profonde preoccupazioni per il futuro come quelli che si stanno vivendo un po’ in tutto il mondo, la gente ha bisogno di evasione, di tornare a sognare, ritrovando i valori più importanti come l’amicizia, la felicità e l’amore. Quasi un messaggio di speranza.

La citazione di Tiffany nel precedente titolo le ha portato fortuna.

Credo di sì, perché a quel nome e a quel luogo è associata una grande magia, pure se non mi sono ispirata a Colazione da Tiffany di Truman Capote né al film con Audrey Hepburn. So per esperienza che ogni cosa racchiusa nella magica scatolina azzurra, anche la più piccola cosa, ti fa sentire davvero speciale, e da quella sensazione ho immaginato che una grande storia d’amore può trasformare la vita. Una storia che è piaciuta anche al cinema, perché la Twentieth Century Fox ha comprato i diritti, e ne farà il film di Natale del 2013.

Adesso ha ambientato ancora a New York il suo nuovo romanzo. Un caso o una scelta?

Adoro questa città, che mi pare magica e meravigliosa e perfettamente adatta a fare da sfondo a ogni storia, forse perché ho la sensazione che lì possa sempre accadere tutto. Uno scenario ideale che mi ispira e che cerco di descrivere in tutta la sua suggestione.

Perché ha pensato alla storia di una donna che, dopo un incidente, scopre di essere destinata a perdere la memoria?

Qualche anno avevo fatto snorkelling nella grande barriera corallina australiana, un’esperienza paurosa ma anche estremamente eccitante, specie per chi come me non sa nuotare. E poi, per vedere ancora meglio quei posti, io e mio marito abbiamo preso un elicottero per dominare tutto dall’alto. In quell’istante ho pensato che non avrei mai voluto dimenticare quella sensazione. Cosa sarebbe successo se all’improvviso avessi perduto quello e tutti gli altri ricordi della mia vita? Così è nata l’idea di Innamorarsi a New York… Abby, la protagonista, una mattina, mentre sta andando al lavoro, batte la testa, e si risveglia in ospedale. Non sa quanto tempo è passato, perché non riesce a ricordare. Il disturbo potrebbe passare presto, o durare per sempre. Per questo, comincia a stilare una lista dei ricordi e dei desideri: si riavvicina ai suoi familiari, riscopre affetti che aveva ignorato, vince la paura di volare e va a trovare la sorella a New York, dove trascorrerà momenti di inaspettata felicità, e capirà di voler lottare con tutte le forze per non perdere più nessun attimo, nessun ricordo della sua vita…

I desideri e i ricordi sono al centro di questa storia: per lei, che significato hanno?

Sono fondamentali per la mia idea di felicità, come credo siano nella vita di tutti, anche se spesso ci dimentichiamo di prendere una pausa e assaporare i momenti speciali per portarli sempre nel cuore. È anche un messaggio per tutti quelli che non si accorgono che il tempo ci scorre via tra le mani.

Qual è la cosa che non vorrebbe dimenticare mai?

La nascita di nostra figlia Carrie: un momento meraviglioso e commovente per me e per mio marito Kevin, che ci ha dato la sensazione della nostra vita che continua.

Le piace essere considerata una delle massime esponenti della cosiddetta “chick lit”, genere letterario rappresentato da scrittrici che si rivolgono soprattutto a un pubblico di donne giovani, single e in carriera?

Non sono così snob da sentirmi ingabbiata in questo genere, anche se i miei miti di riferimento sono Charles Dickens e Stephen King. In fondo, c’è anche un’ottima chick lit che parla di problemi reali e fa sentire le donne meno sole, lasciando spazio al clima da fiaba e l’happy end. In questo momento così difficile, la letteratura può dare un po’ di sano ottimismo, e avere una funzione equilibrante. Comunque, per differenziarmi un po’, ho scritto un thriller a quattro mani con mio marito. Si intitola Tatoo, e lo abbiamo firmato con lo pseudonimo di Casey Hill.

Se la sua scrittura avesse un colore, quale sarebbe?

Rosso. Come il romanticismo e la passione.

Se le sue parole avessero un sapore?

Cioccolata calda e marshmallows.

Chi è la scrittrice Melissa Hill?

Una donna calda, romantica e ottimista.

 

 

 

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