Lo Zibaldone - Recensioni
Il violino del pazzo
di Giovanni Graziano Manca
Romanzo breve, delicato e profondo del premio Nobel e accademica di Svezia Selma LAGERLÖF. Protagonista assoluto della narrazione, lo studente violinista Gunnar, che ama talmente la musica e il suo violino da trascurare del tutto Munkhyttan, la tenuta di famiglia che non rende più come una volta, dal momento che le attività estrattive che vi si svolgevano in passato sono cessate a seguito dell’inaridirsi della miniera di ferro. Un amico gli sequestra il violino per indurlo a curarsi degli affari di famiglia. Privato del suo bene più prezioso, in seguito Gunnar si perderà nella follia. Ben presenti nella narrazione di LAGERLÖF i caratteri della fiaba, oltre a quelli della letteratura avventurosa e di formazione: Gunnar, studente a Uppsala, quando suona il violino ereditato dal nonno si estranea completamente da ogni cosa incantando fino all’estasi anche coloro che lo stanno ad ascoltare. Un pomeriggio tra il suo pubblico c’è Ingrid, che suona la chitarra e canta girando con un gruppo di saltimbanchi tra cui il nonno cieco di lei, anche lui violinista; si innamora subito di Gunnar. È un amore indissolubile, quello tra i due giovani. Nel seguito del romanzo Ingrid viene adottata dalla famiglia di un pastore, si ammala, e poiché viene creduta morta viene seppellita. Gunnar la salva scoperchiando la bara, di fatto riportandola in vita: “Che ne sarebbe stato di lei, se non l’avesse fatto? Si sarebbe svegliata, rinchiusa nel buio della bara. Avrebbe urlato, pestato sul coperchio. Ma chi l’avrebbe sentita, sei piedi sottoterra? Ingrid non osava pensarci, si abbandono’ semplicemente alla riconoscenza di essere stata salvata.” Il romanzo, oltre che celebrare l’amore per la vita e la cura nei confronti del prossimo, getta uno sguardo anche verso le ipocrisie e le miserie umane e mette in evidenza l’importanza dell’arte nell’ambito dell’esistenza dell’uomo. Essa è libertà, aria, luce, vita, sfogo, magia, oltre che un modo per realizzare se stessi e soddisfare la propria sensibilità e i propri talenti in modo pieno e profondo. Lagerlof fu insignita del premio Nobel per la letteratura nel 1909 con le seguenti motivazioni: “Per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere” . Sono elementi, quelli che stanno alla base del premio, che si ritrovano anche nel romanzo “Il violino del pazzo”

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