Il tempo dell’attesa

di Elena d’Alessandri

“Gli anni della leggerezza”, primo capitolo della Saga di Elizabeth Jane Howard, si era concluso con la Conferenza di Monaco e la “pace con onore”.

A distanza di un anno, “Il tempo dell’attesa” – pubblicato da Fazi nel 2016 – si apre con la notizia dell’invasione tedesca della Polonia e la guerra ormai imminente, che raggiunge i Cazalet nel Sussex, dove vivono ormai stabilmente il Generale e la Duchessa.

“Avevano spento la radio e, sebbene la stanza fosse piena di gente, il silenzio era completo al punto che Polly percepiva il battito del proprio cuore. Finché nessuno parlò, finché nessuno si mosse, vi fu un ultimo scampolo di pace…”.

La Guerra è la grande protagonista di questo secondo capitolo, oggetto di un racconto al femminile, da parte di chi resta a casa, ad accudire prole e feriti. Dei tre maschi Cazalet: Edward, si arruola nella RAF, il minore, Rupert, in Marina, mentre Hugh – menomato nella Grande Guerra – resta a gestire l’azienda di famiglia. Rachel continua invece a preoccuparsi per tutti, con crescente insoddisfazione di Sid.

Tra le tante figure spiccano quella di Clary, cresciuta anzitempo per la perdita della madre e forse destinata a piangere anche il padre, disperso da mesi, mai preda del risentimento, e quella di Zoe, seconda moglie di Rupert, che, con la nascita di Juliet, subisce un drastico cambiamento, abbandonando quell’aurea frivola che l’aveva caratterizzata in precedenza.

La quotidianità dei Cazalet, stante i bombardamenti e il razionamento del cibo, procede tra inquietudini e dolori: Sybil è stata operata, ma le sue condizioni non lasciano presagire nulla di buono; Villy, è sempre più insoddisfatta, risentita con la figlia maggiore Louise, oggetto (involontario) di eccessive attenzioni paterne; suo marito Edward, ha intanto consolidato il rapporto con l’amante Diana, rimasta nel frattempo incinta.

Gli “anni della Leggerezza” sono un ricordo lontano e nonostante sia la guerra a far da sfondo a questo secondo capitolo, la narrazione resta godibile, fluida e accattivante, grazie ad una costruzione impeccabile e un’osservazione acuta dei tanti personaggi. Il risultato è un affresco del tempo, in perfetto equilibrio tra finzione e realtà.