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Lo Zibaldone - Recensioni

Il Teatro dei Sogni: ironico e spietato l’ultimo romanzo di De Carlo

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di Elena D’Alessandri

“Chissà quali sono i tuoi sogni, per esempio? Guiscardo non può fare a meno di domandarglielo. “A parte giocare al piccolo dittatore che manda in rovina un paese a furia di presunzione, ottusità e semplice ignoranza?” Si guarda intorno nella confusione di politici, figuranti e giornalisti “E i vostri? Che sogni avete? Da dove vengono?”

La mattina del primo gennaio Veronica Del Muciaro, inviata speciale di un programma televisivo trash ma di grandi ascolti sta per soffocare a causa di una brioche in un caffè storico di Suverso, ricca cittadina della provincia del Nord.

A salvarla, con una tempestiva operazione di disostruzione, è il Marchese Guiscardo Guidarini, strano e affascinante archeologo che in una non esattamente gradita diretta Instagram rivela alla giornalista di aver fatto un’importante scoperta in quella zona. A suon di droni non autorizzati e appostamenti fuori della tenuta del Marchese – nel vicino comune di Cosmarate – l’inviata di ‘Tutto qui!’ scova, al suo interno, le vestigia di un antico teatro.

La scoperta di un così importante sito archeologico – resa pubblica nel corso della diretta TV – innesca reazioni a catena e, più d’ogni cosa, una furiosa competizione per la gestione del sito tra l’Assessora Sarmani di Suverso e il Sindaco Bozzolato di Cosmarate.  L’iniziale ‘battaglia’ tra i due Comuni si allarga a macchia d’olio fino a coinvolgere i leader dei due partiti politici nazionali: l’uno, marchio registrato che inneggia alla ‘pulizia’ e ha un capo che è un proprietario che imbarca gente alla rinfusa, privo di qualsiasi esperienza politica e l’altro, dichiaratamente antieuropeista, guidato da un leader che ha interessi strani coi russi e dai suoi seguaci si fa chiamare coach.

Da osservatore acuto, Andrea De Carlo con “Il Teatro dei Sogni” – in libreria da giovedì 24 settembre con La Nave di Teseo (426pp, 20 Euro) – ci propone, attraverso un gioco d’intrecci tra i 4 protagonisti, le loro aspirazioni, le loro bassezze e i loro sogni, un ‘teatrino delle miserie’, efficace metafora di un Paese alla deriva, consumato da una spasmodica ricerca del potere, privo di capacità critica, sobillato da un giornalismo di bassa lega, una tv dell’orrore e una politica di comprovata ignoranza. De Carlo con una penna spietata, affilata e al contempo estremamente ironica ci consegna un libro politico gustoso, dalla prosa asciutta e dal ritmo incalzante, sagace specchio dei tempi.

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