Lo Zibaldone
Il Premio Roma festeggia quindici anni
Intervista al presidente del premio Roma, Aldo Milesi: un sintomo di longevità stagionale, ma anche testimonianza di come un’iniziativa che si rivolge alla cultura possa mantenere, inalterati nel tempo, forza, interessi, vitalità, convincimenti. I gemellaggi con le altre nazioni hanno fatto dell’evento un riconosciuto simbolo di Roma in tutto il mondo.
Un ritorno atteso quello del prestigioso Premio Roma, che arriverà puntuale per la quindicesima volta all’appuntamento di luglio (giovedì 10) con il mondo letterario italiano e internazionale nell’incantevole scenario del Teatro Romano di Ostia Antica. L’evento 2014 è stato presentato in Campidoglio dal presidente, professor Aldo Milesi, alla presenza di molti membri della giuria, composta da Sergio Campailla (presidente), Oliviero Beha, Corrado Calabrò, Vincenzo Cappelletti, Arnaldo Colasanti, Emilia Costantini, Guido Fabiani, Augusto Frasca, Mariapia Garavaglia, Giuseppe Marchetti Tricamo, Gianni Maritati, Aldo Milesi, Luciano Onder, Francesco Sicilia, Massimo Teodori, Lia Viola Catalano (segretaria), Antonella Vitetti Martini (madrina del Premio). Al presidente Milesi abbiamo chiesto di illustrare a “Leggere:tutti” finalità e novità della quindicesima edizione.
Un bilancio del premio dopo 15 anni: cosa significa aver toccato il terzo lustro?
Sono tre traguardi in uno quegli che segnano la ricorrenza numero quindici del Premio. Il primo si identifica con questo numero, che è contemporaneamente sintomo di longevità stagionale, ma anche testimonianza di come un’iniziativa che si rivolge alla cultura possa mantenere, inalterati nel tempo, forza, interessi, vitalità, convincimenti.
Il significato del gemellaggio 2014 con Israele?
Appunto, il secondo traguardo è il gemellaggio con la città di Gerusalemme, uno dei massimi crocevia internazionali in termini storici, culturali e religiosi, suggestivo epigono d’una tradizione che negli anni scorsi ha toccato città e capitali di straordinaria rilevanza come Atene, Berlino, Abu Dhabi, Buenos Aires, Madrid, Miami, Mosca, Parigi, Vienna, Londra, ovunque recando il generoso messaggio del Premio e il tratto inconfondibile della città di Roma che si richiama all’amicizia tra i popoli e alla convivenza civile.
Il Premio, ogni anno, si arricchisce di nuove esperienze e apporti di grandi personalità della cultura di vari paesi. I gemellaggi promossi con le capitali delle altre nazioni hanno fatto del nostro evento un riconosciuto simbolo di Roma in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia riscontriamo un accresciuto consenso confermato dall’ampia adesione di scrittori e case editrici.
Il senso generale del Premio Roma Urbs Universalis e, in particolare, della sua assegnazione alla RAI nel 2014?
È questo il terzo traguardo, ed ha come riferimento la Rai, immenso serbatoio di parole, suoni e immagini che, dalla sua nascita, accompagna la società italiana. Abbiamo inteso assegnare il prestigioso riconoscimento a novanta anni di radio e a sessanta di televisione. Novanta da quando, era il 6 ottobre 1924, con un concerto sinfonico, un bollettino meteorologico e notizie di borsa, presero avvio le prime trasmissioni dell’Unione Radiofonica Italiana. Sessanta da quando, dagli studi di Milano e dai trasmettitori di Torino e Roma, alle ore 11.00 del 3 gennaio 1954, fu diffusa in telecronaca diretta, battesimo memorabile, la programmazione televisiva. Sono stati certamente gli uomini a fare la storia del Novecento ma a scriverla, filmarla (dal 1925 nel mondo e dal 1954 in Italia) e tramandarla nel tempo ci ha pensato la televisione. Il Premio che consegneremo alla Rai è anche un auspicio che l’azienda di servizio pubblico televisivo possa continuare ad essere nel nostro Paese, per il futuro, il riferimento dell’informazione democratica che arriva nelle case per rappresentare i fatti diventando storia e memoria comune.
L’albo d’oro del Premio Roma contiene i nomi degli scrittori di maggior successo della letteratura italiana e internazionale ma anche qualche emergente che attraverso il vostro riconoscimento si è segnalato al vasto pubblico dei lettori. Può ricordare ai lettori qualche nome?
Con le citazioni si rischia di dimenticare qualcuno che invece merita di essere ricordato: per superare possibili lacune invito i lettori a consultare il sito del Premio, che oltre ai vincitori per la narrativa italiana e straniera, la saggistica, e coloro che hanno ricevuto riconoscimenti speciali, pubblica il regolamento e le immagini delle sere magiche delle cerimonie di premiazione ad Ostia Antica. Sul quel palco illuminato dalla luce della luna di luglio sono saliti tanti personaggi. Mi limito a ricordare qualche scrittore: Tim Parks, Idelfonso Falcones, Rabin Alameddine, Abraham B. Yehoshua, Stanislao Dziwisz, Tahar Ben Jelloun, Alicia Giménez-Bartlet, Dacia Maraini, Ernesto Ferrero, Giorgio Montefoschi, Marcello Fois, Melania Mazzucco, Giuseppina Torregrossa, Giorgio Faletti, Elena Loewenthal, Domenico Fisichella, Sergio Romano, Franco Ferrarotti, Lucio Villari…
E per l’edizione 2014 è confermato il livello degli autori e della qualità delle opere?
Sono certo che la “Lupa capitolina” anche quest’anno troverà casa presso uno scrittore capace di affascinare con la propria opera più recente il pubblico dei lettori, che pure ogni anno si assottiglia sempre più. Siamo tornati agli scarsi livelli di lettura di molti anni addietro e tra gli scopi della nostra manifestazione c’è quello di segnalare opere che possano coinvolgere il maggior numero di lettori forti, deboli e aspiranti.
Cecilia Cattaruzza

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