Lo Zibaldone
Il piacere di raccontare: Pavese dentro il fantastico postmoderno
Franco Zangrilli, Full Professor d’italiano e di letteratura comparata alla City University of New York, concentra il proprio lavoro critico sulla produzione di Pavese,
autore troppo spesso relegato – secondo Zangrilli – ai margini della cultura neorealista. Eppure, ogni scrittore, nell’arco della sua vita attraversa diverse fasi, assorbe i
cambiamenti temporali e si lascia influenzare-ispirare da diverse cose non riassumibili solamente con l’evoluzione sociale. Attraverso i romanzi, i racconti e le poesie appare caratterizzato da uno stile evocativo; le sue narrazioni sono favole ricche di filosofie e stupori, i suoi paesaggi sono sogni irrealizzati, speranze vane. In questo Cesare Pavese, come molti suoi coetanei bollati come neorealisti (Buzzati, Landolfi e Gadda), anticipa gli elementi di una letteratura che sarà futuro: Pavese è un esponente
della letteratura postmoderna. Ci sono, nei suoi scritti, elementi nuovi che si mescolano magistralmente con i ritmi e le evocazioni ancestrali della provincia italiana. I luoghi sono scenario e trappola, culla e orizzonte; il tempo si sovverte, la connotazione sessuale confonde e trascina in un “gioco fantastico delle doppiezze e di altre fattezze dell’io”. I riti de “La luna e i falò” richiamano all’espiazione, alla purificazione, al taglio netto tra la vita semplice, agreste e la necessità di un altrove, differente, lontano. L’angoscia verso destino, la natura aspra, la curiosità della gente sono le immagini forti, drastiche, che Pavese evoca ne “Il carcere”, il suo romanzo scritto durante l’esperienza di confino in Calabria; in entrambi questi scritti la realtà non è mai solamente realismo: il quotidiano si mescola ai fumi dell’immaginazione, alle figure sfocate, ai colori placidi e nebulosi del sogno.
“Ho veduto cadere / molti frutti, dolci, su un’erba che so, / con un tonfo. Così trasalisci tu pure / al sussulto del sangue. Tu muovi il capo / come intorno accadesse un prodigio d’aria / e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale / nei tuoi occhi e nel caldo ricordo. / Ascolti”.
La ricchezza narrativa di Pavese si esprime, quindi, attraverso figure e immagini che evocano emozioni; il mare è un mostro vorace, la finestra è cornice, limite, riparo; la donna è immagine trinitaria, mito che contiene, accoglie e allontana. Donna è vita, donna è morte. La poetica, la narrazione, i personaggi, i luoghi e le immagini, tutto – attraverso l’analisi di Franco Zangrilli – si fa lettura attenta e affascinante di un autore, Pavese, che è andato a “riscrivere” le paure, le sensazioni, le malinconie e le gioie del suo sentire.
FRANCO ZANGRILLI
Il piacere di raccontare
Pavese dentro il fantastico postmoderno
Dario Flaccovio, 2017
pp. 285, euro 26,00
Notice: Undefined variable: user_ID in /home/kimjcgib/public_html/wp-content/themes/zox-news-childfemms/comments.php on line 49
You must be logged in to post a comment Login