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“Il passo leggero dell’elefante” il romanzo di Daniele Torrisi dove l’amore supera la condizione fisica
di Gordiano Lupi
Nicholas e Nina si incontrano in palestra: lui è un obeso, lei è una personal trainer. Il loro rapporto influenzerà in maniera positiva la vita sia dell’uno che dell’altra. In una storia fitta di colpi di scena, dove le dipendenze, i cambiamenti, lo sport e la violenza, si fanno portavoce di una storia umana senza pari.
Accanto a Nicholas si staglia la figura di Christian, un ragazzo la cui solitudine lo spinge in un baratro senza fine, lo stesso dove anche il protagonista inciampa. La sua appare come una figura negativa, i cui scheletri nell’armadio finiscono per colpire anche gli altri.
Accanto alla figura di Christian se ne contrappone un’altra, di certo più positiva. Mario, ragazzo conosciuto sul posto di lavoro, incarna in qualche maniera la voglia di andare avanti, l’energia per cambiare le cose, il moto incessante di un’amicizia sana, attraverso lo sprono vicendevole. L’amicizia che lega Nicholas a Mario è infatti un sentimento puro, fatto di uscite divertenti, di difese efferate davanti il pregiudizio altrui, di racconti intimi, di sensazioni fatte di luci e parole. Il loro rapporto permetterà al protagonista una sorta di mutazione: da bozzo informe, Nicholas si trasformerà a poco a poco in una strabiliante farfalla variopinta.
Con l’entrata in scena di nuovi personaggi, l’autore racconta l’importanza dell’esercizio fisico. La palestra, come luogo, diviene quindi una sorta di metafora per lo sviluppo psicofisico dell’uomo. Sarà proprio in quelle mura rossastre e affollate che il protagonista chilo dopo chilo si sentirà sempre più a suo agio con sé stesso, permettendosi, alla fine, persino una chance per l’amore.
Un altro personaggio di grande importanza è senz’altro quello di Nina. Attraverso la vita della personal trainer che prenderà a cuore Nicholas, il lettore potrà indagare da vicino il fenomeno della violenza sulle donne. Ciò che sarà raccontato in maniera emozionante, non si baserà solo “sulle botte”. La violenza raccontata da Torrisi è un qualcosa che va al di là dei lividi corporei. La violenza descritta nel testo è una di quelle che attraversa il corpo per arrivare alla mentre. Nina appare come una persona la cui vita è pilotata dalle scelte di Ottavio, il suo ragazzo violento. La giovane impiegherà molto per attuare delle scelte proprie, apparendo agli occhi del lettore come una piuma appesa al vento, la cui traiettoria viene scelta e governata dalla violenza altrui. Con Nina, Nicholas, potrà sperimentare il vero concetto d’amore, fatto di una miscellanea di elementi indispensabili: il colpo di fulmine, le battute ironiche, il punzecchiarsi vicendevole, l’incredulità del riscoprirsi intimi, gli attimi passionali, e l’ammissione finale di un sentimento unico.
Torrisi racconterà attimi intimi senza mai risultare volgare o troppo in là della delicatezza altrui. Il sesso descritto dall’autore è verace ed intimo, e permette al lettore di entrare in una dimensione calda e accogliente, senza mai sentirsi di troppo. Il sentimento che lega i due, appare quindi come argilla incorporea: mentre la prima aiuta Nicholas a mutare nel corpo, il secondo fa lo stesso, ma cercando di fornire forza ed energia nuova alla sua mente per cambiare e prendere una direzione opposta alla solita. Un rapporto che regala e toglie, che riempie e svuota, un sentimento fatto di prime volte, prime cose, prime paure, in un equilibrio che più volte arriva a rompersi, ma che trova sempre la forza giusta per ricostruirsi da capo.
Genere: narrativa
Numero di pagine: 326
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