Il Moro della cima

di LAURA MUSSO

Estate 1877 «Salivano e salivano, e a mano a mano che il sentiero si arrampicava sui fianchi della montagna, il cielo diventava di un blu più vivo e puro […] Salivano e salivano, senza fermarsi, e presto il bambino fu colto da una sorta di vertigine». Finalmente la meta, il pianoro erboso dell’alpeggio dove sorge la malga: il ricordo di quella prima salita rimarrà per sempre vivo nei ricordi del bimbo. Gli anni trascorrono e ogni estate il giovane malgaro ritorna a quei pascoli alti, circondati dalle montagne, dove lo sguardo si perde nel paesaggio mentre il vento soffia tra le pietre e sussurra «Libertà. Ecco che cos’era quella strana e imprevista sensazione che la montagna gli aveva donato. Una libertà come mai ne aveva sperimentate». La montagna è la sua vita: quando gli propongono la gestione di un nuovo rifugio, prova la forte sensazione di avere trovato finalmente felicità, certezza e sicurezza. Ma il rifugio è sulla cima del Monte Grappa e nell’estate del 1915…

Quell’uomo dai baffi folti e scuri e la pelle bruciata dal sole, conosce ad una ad una le pietre bianche e aguzze della sua montagna, racconta storie fantastiche: è lui stesso un personaggio leggendario, è il Moro.

Il Moro della cima di Paolo Malaguti è la narrazione di un passato ormai molto lontano, che ci porta a riscoprire il valore del silenzio e la sensazione della libertà che, forse, solo tra quelle cime prende vita. Una storia che si legge tutta di un fiato. Le espressioni dialettali delineano e caratterizzano i tratti dei personaggi. Il linguaggio è diretto, coinvolgente, ma soprattutto descrive ed evoca vivide immagini di quelle montagne antiche che, come guardiani, proteggono storie, leggende e la memoria di chi ha vissuto all’ombra di quelle cime.

Paolo Malaguti ha ottenuto consensi dal pubblico e numerosi riconoscimenti dalla critica, con Se l’acqua ride nel 2020 è stato finalista al premio Campiello.

PAOLO MALAGUTI

Il Moro della cima

Einaudi, 2022

pp. 270, € 19,50