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Il mestiere più bello. Intervista a Pierdomenico Baccalario

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di Anna Garbagna

Quattro chiacchiere con Pierdomenico Baccalario, uno degli autori più amati dai ragazzi

 

 Come è nata in Pierdomenico Baccalario la passione di scrivere e, prima ancora, quella di leggere?
Cresciuto in una casa con una grande libreria, ho sempre visto libri circolare tra le mani di genitori e nonni (vivevamo tutti insieme). Il nonno non riusciva a iniziare a leggere un libro senza finirlo (una volta rimase 4 giorni senza dormire per finire Via con il Vento!). Ho sempre dato per scontato che il libro fosse fondamentale per diventare adulto.
Poiché ero un disastro in tutte le altre discipline artistiche, a mia mamma venne in mente di scrivere le memorie di casa con delle storielline doppie: dal suo punto di vista e dal mio. Parte di queste storielle sono state pubblicate (‘Come fondai l’Explorer Club’, Mondadori). Le altre, che ci garantirebbero la dannazione eterna nella cittadina di Acqui Terme dove sono cresciuto, sono ancora nel cassetto di casa.

 

Pierdomenico bambino che cosa avrebbe voluto leggere?
Non mi è mancato nulla, non ho rimorsi o rimpianti. Allora non c’era controllo su ciò che finiva nelle mani dei ragazzi. Leggevo vecchissime edizioni di Salgari, Verne, Stevenson. Poi, dopo i 10 anni, scoprii i racconti di paura. E mi terrorizzai benissimo per conto mio.

Una delle novità di successo è sicuramente la serie “The Golden Legend”: i bambini sono ancora in cerca di eroi?
E’ sorprendente pensare il contrario. Ma è indice di una società dove si sono persi i valori fondanti dell’eroismo, che coincidono molto spesso con l’etica e il senso di fare la cosa giusta, anche se questo ti porterà a essere additato dal resto della società come quello «diverso». Non so come e perché si siano persi: se per il desiderio di attenuare l’idea semplicistica che esistano ‘buoni’ e ‘cattivi’ e che per sconfiggere i cattivi si debba necessariamente essere buoni o per la trasformazione dei buoni a nulla, delle schiappe e degli imbranati in personaggi di tendenza. I bambini sono spesso imbranati e non sanno fare le cose: ma vogliono fare, impegnarsi, Basta motivarli. E dare l’esempio.

La serie “Grand Tour”, rievocazione delle ‘tappe di formazione’ un tempo appannaggio dei nobili, e il suo “autore”, il Conte Ettore Gazza di Mezzanotte, sono laciliegina sulla torta” sul tavolo delle già golose offerte dell’editoria per ragazzi. Come è nata l’idea? Come proseguirà?
Il Grand Tour è prima di tutto una scommessa editoriale, con un’idea rivoluzionaria di distribuzione, affidata a poche e selezionate librerie che hanno accettato di promuovere un’avventura a tappe in giro per l’Italia (la prima ad Acqui Terme, la seconda a Verona, poi Cagliari e Milano) seguendo l’intuizione della minuscola libreria Terme di Piero Spotti, che aprì la prima libreria della  città (c’erano 20.000 persone e nessuna libreria). Il Grand Tour produrrà 2 – 3 titoli l’anno, con la speranza che il Conte incontri nuovi amici: autori disposti a scrivere una delle sue avventure, librerie che vogliano avere, tra i loro titoli a disposizione, anche questa piccola serie esclusiva, che non si trova scontata in Internet, né al supermercato.

Quali i prossimi appuntamenti di Baccalario coi ragazzi?
Festival, soprattutto, per poterli incontrare. Dopo Mare di Libri a Rimini,  il Festival della Mente di Sarzana, Pordonenone Legge, Tuttestorie di Cagliari e Lucca. E sì, ci saranno nuove avventure, e, soprattutto, continueranno quelle che sono già partite…

 

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