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Cinema

Il grande addio

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di Giovanni Graziano Manca

Campeggia sulla copertina di questo interessantissimo saggio-romanzo una splendida immagine in primo piano di Jack Nicholson, inarrivabile protagonista di “Chinatown”, capolavoro in perfetto stile “noir” (ma ci sembra riduttivo definirlo semplicemente “poliziesco”..) di Roman Polanski uscito nell’ormai lontano 1974. È un’immagine che sembra rievocare un periodo irripetibile del grande cinema americano e che sembra voler commiserare quella parte (per certi versi malconcia come l’incerottato Nicholson della foto) della cinematografia odierna (americana e non) che mai riuscirà a eguagliare, nella grande forza espressiva e sul piano della maestria di certi protagonisti, quella hollywoodiana degli anni Settanta. Gli anni Settanta, appunto, fanno da sfondo a ciò che l’autore americano losangelino Sam Wasson racconta nel libro. Decennio, quello dei “Seventies”, da un lato ricco di fervori destabilizzanti, dall’altro dove tutto, sul piano sociale e individuale, sembra essere alla portata di chi ci vive, denso di sogni, istanze di libertà, voglie di rivoluzione e di uguaglianza, di cambiamenti sociali diffusi e rivoluzioni interne a ciascuno. Gli anni Settanta, visti in retrospettiva, appaiono ancora oggi estremamente prolifici di idee e di incontri artistici mitici che cambiarono modi di pensare superati, in cui le arti (tra esse il cinema) il teatro e la cultura in genere divennero motore e testimonianza palmare di cambiamenti epocali. “Chinatown” di Polanski (ricordate il cast stellare di attori che lo realizzò? Oltre a Nicholson vi recitarono John Houston, Perry Lopez, Faye Dunaway, John Hillerman e, in un cameo, lo stesso Polanski) è opera che ben si presta a dipingere un affresco romanzato dei Settanta; fu l’ultimo film americano del cineasta polacco, che successivamente sarebbe tornato nel vecchio continente. “Chinatown” fu il risultato di una collaborazione eterogenea quanto fortunata: quella tra il regista Polanski e l’attore Jack Nicholson, appunto, il produttore Robert Evans e lo sceneggiatore Robert Towne. Tenendo ben presente lo sfondo sociale e culturale di cui abbiamo detto, Wasson racconta i Chinatown di quattro ragazzi che “quando diventarono adulti” realizzarono uno dei film più straordinari della storia del cinema americano. “Questo”, scrive Wasson, “è un libro sui vari Chinatown: quello di Roman Polanski, quello di Robert Towne, quello di Robert Evans, quello di Jack Nicholson, ciò che hanno fatto e ciò che hanno ereditato, la loro colpa e la loro innocenza, cosa hanno fatto bene, cosa hanno fatto male, e cosa non potevano fare nulla per fermare”.

Sam Wesson

Il grande addio, Chinatown e gli ultimi anni di Hollywood

400 pagg., euro 20,

Jimenez edizioni,  2021

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