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Saggi

Il fascino del male

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In quale parte del cervello, del nostro inconscio, il male si aggira dentro di noi?

Il male esiste perché siamo liberi. Se Dio avesse voluto che fossimo perfetti non ci avrebbe impastato col fango. Questo è quanto afferma Alessandro Meluzzi, esperto in psichiatria, nel suo ultimo libro Il fascino del male. «Nell’universo dell’animo umano luce e buio coabitano in un eterno inesorabile chiaroscuro» spiega.

Le pagine della cronaca in questi anni si sono riempite di argomenti, che appartengono al giornalismo della cronaca nera diventando il fulcro della stampa e dell’informazione popolare e acquisendo notevole rilevanza comunicativa e massmediologica. Per Meluzzi riflettere sulla psicologia e sull’antropologia del male significa rivolgere uno sguardo critico e analitico sulla natura profonda dell’uomo, sulle sue emozioni e motivazioni spesso oscure e misteriose. Nella mente, nella coscienza, nell’anima, ogni giorno si svolge una battaglia tra un’opposizione o desiderio che (razionalmente) consideriamo buono e una scelta che consideriamo cattiva, finendo sempre con l’indirizzarci verso la seconda che esercita un inesorabile fascino.

Nel libro viene affrontato il discorso sul male (necessario per comprendere il bene) così come si evince dal fascino sempre più morboso e pervasivo, che viene esercitato sul pubblico dalle storie di sangue più efferate, con un occhio di riguardo ai passaggi del Vangelo – fortemente voluti dall’autore e onnipresenti nelle pagine del testo – e alla dimensione metafisica dell’essere e del non – essere.

 

Il fascino del male

Alessandro Meluzzi

Imprimatur Editore 2014

pp. 155 Euro 14,00

 

di Carla Iannacone

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