Lo Zibaldone
Il fascino degli Statuti fiorentini in una preziosa edizione di Leo S. Olschki
Niccolò Lucarelli
Nel Trecento Firenze era una città commercialmente vivace, dove la vita quotidiana scorreva intensa. Relativamente alla sua regolamentazione, gli Statuti del Capitano del Popolo e gli Statuti del Podestà rappresentano la “costituzione” della Firenze dell’epoca. Ma appunto fino al 1355, tali documenti erano redatti in latino; in quel fatidico anno, però, la Repubblica decise di tradurli in volgare per renderli accessibili anche a quei cittadini (ed erano la maggioranza) che non conoscevano, o conoscevano poco, la lingua dei Cesari.
Di quella traduzione, che all’epoca ebbe una non secondaria portata sociale per i motivi suddetti, è possibile adesso ritrovare tutto lo spirito e il fascino nella monumentale pubblicazione integrale (arricchita di saggi introduttivi e un ampio indice) data alle stampe dalla Leo S. Olschki; oltre 1500 pagine che hanno ritrovata la luce grazie al certosino lavoro sviluppato su iniziativa della Deputazione di Storia Patria per la Toscana. Gli studiosi Federigo Bambi, Francesco Salvestrini, Lorenzo Tanzini hanno curati i primi due volumi, rispettivamente dedicati agli Statuti del Capitano del Popolo e a quelli del Podestà, mentre gli indici del terzo volume sono curati da Bambi e Piero Gualtieri. Nei saggi introduttivi, i curatori ripercorrono il contesto storico-politico nel quale maturarono gli Statuti, che restano ancora oggi un documento fondamentale per comprendere usi e costumi della Firenze trecentesca, appena prima di quella crescita economica, sociale e culturale che nei due secoli successivi la vedrà primeggiare in Italia e in Europa, ma che intanto, a sette anni dalla Peste Nera del 1348, stava ricostruendo il suo tessuto di attività commerciali e andava lentamente ripopolandosi, e al contempo l’elemento popolare consolidava la sua presenza, come già le precedenti esperienze comunali avevano dimostrato.
Dagli articoli degli Statuti (riprodotti uno per uno nella versione originale) emerge in filigrana quel concetto di civiltà sobria, pragmatica, laboriosa, che Malaparte cita più volte nel suo Maledetti Toscani e che ancora oggi stupisce per la sua modernità amministrativa. Il testo è intercalato da alcune riproduzioni a tutta pagina delle miniature trecentesche degli Statuti originali, da cui si può apprezzare la perizia artistica degli antichi estensori, per i quali un libro, all’epoca interamente composto a mano, era un’autentica opera d’arte.
Una pubblicazione preziosa anche dal punto di vista linguistico, perché il terzo volume contiene l’analisi dei lemmi in volgare che compaiono nel testo e permette quindi di “viaggiare” all’interno dell’evoluzione del volgare, nella formazione di quella che più tardi diventerà la lingua italiana.
Dando alle stampe i tre volumi, Olshcki ha compiuta un’impresa editoriale di ampio respiro, a metà fra storia, diritto e linguistica, offrendo a studiosi e appassionati un importante strumento di ricerca e consultazione.
GLI STATUTI DELLA REPUBBLICA FIORENTINA DEL 1355 IN VOLGARE
Vol. I Statuto del Capitano del Popolo. Vol. II Statuto del Podestà. Vol. III Indici
A cura di Federigo Bambi, Francesco Salvestrini, Lorenzo Tanzini. Indici a cura di Federigo Bambi e Piero Gualtieri
Leo S. Olschki, 2023, 1582 pp. totali
olschki.it
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