Lo Zibaldone - Recensioni
Il dio nella vita. Il mio essere nel nostro mondo

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di Francesco Roat
Con Il dio nella vita. Il mio essere nel nostro mondo, Franco Livorsi affronta (fra tante altre) una delle questioni più radicali del nostro tempo: come pensare e vivere il divino in un mondo che sembra averlo dimenticato. Il titolo stesso è una dichiarazione di intenti: dio oggi non è più da ritenersi soltanto un’ipotesi metafisica o un residuo di antiche credenze, ma una presenza da ritrovare nella vita, cioè nell’esperienza concreta, nei legami umani, nella storia collettiva. Ed il “mio essere” evocato dal titolo non è altro che l’uomo stesso, chiamato a divenire messaggero di senso in un’epoca segnata da smarrimento, confusione e banalizzazione.
Il libro si presenta come una riflessione insieme autobiografica e filosofica: Livorsi ripercorre quasi ottant’anni di vita e di pensiero, intrecciando ricordi personali, visioni, sogni e meditazioni che sconfinano nella poesia. L’esperienza individuale diviene così lente attraverso la quale rivedere un’intera epoca: dal dopoguerra alla crisi della modernità; fino all’oggi in cui l’uomo, in genere, sembra aver perduto il contatto con la propria anima. In questo orizzonte l’autore cerca non certo un ritorno nostalgico alla religione, ma un rinnovato rapporto (laico) con il sacro che possa attraversare l’esistenza quotidiana e incarnarsi nella realtà.
Lo stile di Livorsi è meditativo, ma mai chiuso in un linguaggio tecnico: unisce filosofia, psicologia e narrazione in un discorso fluido, accessibile a chi voglia leggere non un trattato, ma una testimonianza di ricerca interiore. Lungo il cammino ‒ tra vari altri ‒ compaiono significativi riferimenti a Jung e a Nietzsche: soprattutto in relazione alla sua idea della “morte di Dio”. In merito a ciò sembra di poter dedurre che per Livorsi (ma questo emerge da un po’ tutta la sua opera) spiritualmente la morte di Dio non segna una fine, bensì un avvio: l’occasione per riscoprire un divino diverso/altro, non più esterno e onnipotente, ma presente come forza interiore, come essere che si rivela nella coscienza e nella vita vissuta. È il “dio nella vita”, appunto, non un’entità separata ma la dimensione profonda del Dasein, per dirla con Heidegger.
Questa prospettiva consente all’autore di interrogare il nostro tempo senza cedere né al troppo facile semplificazionismo né alla pretesa di indicare soluzioni a buon mercato. Razionalità, scienza e tecnologia hanno infatti prodotto un indubbio impoverimento spirituale; da cui la domanda: se tutto è spiegabile e dominabile, che ne è del mistero? La risposta ‒ a mio avviso ‒ ricavabile dal saggio è che il mistero non si perde, ma va cercato all’interno dell’uomo. Il libro di Livorsi, tuttavia, più che fornire soluzioni apre semmai interrogazioni ed inscena catartiche confessioni, colpendo il lettore per la sua sincerità oltre che per la densità di pensiero; anche se l’articolazione del discorso a tratti può apparire disomogenea, oscillante com’è tra racconto personale, testo poetico e saggio filosofico.
È proprio questa oscillazione, però, a conferirgli autenticità/inedicità: non si tratta di uno scritto accademico, ma ‒ ritengo opportuno ribadirlo ‒ di una vera e propria onesta confessione intellettuale ed insieme spirituale, tramite un itinerario riflessivo che chiede al lettore di divenirvi partecipe, più che di limitarsi ad essere un algido osservatore di altrui scrittura. In alcune pagine, poi, la riflessione si fa persino visionaria; in altre si distende in un tono colloquiale. Ma il filo resta sempre quello di una ricerca di senso che non vuole comunque mai rinunciare alla ragione, pur riconoscendone i limiti.
Livorsi, più o meno poeticamente/implicitamente, ci invita a pensare l’ambito del divino come una sorta di presenza che illumina, come un’energia che attraversa la vita, se solo l’uomo sa coglierla. Il suo è un messaggio destinato a rivolgersi a credenti e non credenti, a chi si sente ed a chi non si sente orfano di Dio. Insomma a tutti coloro che non si rassegnano all’indifferenza. La forza del libro ritengo stia nel mostrare che la spiritualità autentica non è tanto estasi/evasione, quanto enstasi/immersione: giusto per ritrovare profondità nell’esistenza stessa. Il dio nella vita è dunque un testo di frontiera, insieme memoriale e meditativo, che mette in dialogo il disincanto con la speranza d’una auspicabile rinascita interiore.
Franco Livorsi, Il dio nella vita. Il mio essere nel nostro mondo, Moretti & Vitali, pp. 552, euro 30,00


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