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Case Editrici

“Il delitto Sicilia – operazione Vulcano” riscrive la storia siciliana

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di Jessica Riggi

 

Salvatore Grillo Morassuti compie un’importante revisione storica nella sua opera prima intitolata “Il delitto Sicilia operazione Vulcano”, edito da Bonfirraro.

Il periodo in questione è il lasso di tempo che va dal 1945 al 1948; il luogo: la regione Sicilia.

In questo romanzo storico lo scrittore, eletto quattro volte consecutive all’ARS e due volte alla Camera dei Deputati, fa luce sugli avvenimenti che, dopo la seconda guerra mondiale, condussero la regione Sicilia a promulgare lo Statuto Speciale Siciliano nel 1946 e a perdere l’iniziativa indipendentista che fino a qualche anno prima l’aveva animata.

Il protagonista del libro è un giornalista di origini siciliane che, dopo aver ricevuto una “soffiata”, torna nel suo luogo natale per cercare le risposte ad alcune domande. Attraverso documenti storici, testimonianze e il lungo dialogo con lo zio Giacomo Monterosa, il giornalista scopre un complotto internazionale risalente all’alba della prima Repubblica che ha una sola vittima: la Sicilia.

Alla fine del secondo conflitto mondiale, la politica internazionale ridisegnò Stati e confini; gli alleati imposero nella regione siciliana un governo provvisorio (Amgot) che dovette fronteggiare le istanze separatiste: il partito all’epoca contava 500 mila iscritti contro le poche migliaia di altri partiti. Nacque così, come spiega il sottotitolo, “l’Operazione Vulcano”, cioè la decisione di neutralizzare focolai separatisti.

Il 17 giugno 1945, in uno scontro a fuoco con i carabinieri, venne ucciso il professor Antonio Canepa, leader indipendentista, capo dell’Evis ed anche ex esponente politico del Partito comunista in Sicilia. Canepa, infatti, prese le distanze dal PCI quando capì che il segretario generale Togliatti non avrebbe più sostenuto, in omaggio alle direttive di Mosca, le lotte separatiste.

A questa vicenda si legherebbe, poi, l’attentato allo stesso Togliatti che Antonio Pallante compì il 14 luglio 1948. Quest’ultimo, ritenuto dai giornali un qualunquista o un sostenitore di estrema destra, fu in realtà uno studente di Canepa: che avesse voluto vendicare il suo professore? Certo è che il trattamento riservato a Pallante dopo l’attentato è singolare: fu condannato per soli sette anni (dei quali solo due effettivamente scontati) e una volta scarcerato fu assunto come guardia forestale (un impiego pubblico).

Un premio per il silenzio sulle reali motivazioni che lo avevano spinto ad attentare alla vita di Togliatti? Ma allora c’è veramente un nesso tra l’attentato e la causa separatista? E qual è la vera causa dell’uccisione di Canepa?

Grillo Morassuti non può dare risposte, ma con questo romanzo realizza un’appassionata difesa dell’Autonomia siciliana in una fase in cui essa è pesantemente oggetto d’attacchi.

Il libro, oltre ad essere dedicato alla Sicilia, è rivolto soprattutto ai giovani Siciliani, pronti a scoprire tra le righe un orizzonte nascosto della loro Terra. «Ogni popolo –scrive Grillo nel periodico di studi e azione politica “Tradizione” – dovrebbe riprendere contatto con le proprie tradizioni per trarre da queste la forza culturale con la quale costruire un nuovo sistema di rapporti, nei quali i valori dei beni divengano nuovamente rispondenti al sacrificio necessario ad ottenerli o alla specialità delle loro caratteristiche».

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