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Il coraggio di essere felici

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Qual è il rapporto tra coraggio, amore e felicità? Ichiro Kishimi e di Fumitake Koga individuano la strada per la felicità partendo da sé stessi proseguendo il lavoro iniziato con Il coraggio di non piacere , un bestseller da quattro milioni di copie

di Anna Rita Guaitoli

 Mai come al concetto di felicità sono stati dedicati tanti libri: sia di riflessioni filosofiche o psicologiche, sia di consigli sempliciotti offerti da manuali. Non è questo il caso di Il coraggio di essere felici (De Agostini). Anzi: il titolo del libro del filosofo-psicologo adleriano esperto di filosofia classica, Ichiro Kishimi e di Fumitake Koga fa torto al contenuto. Ben lontano dalle facili ricette propone, attraverso un dialogo tra il Maestro e il giovane insegnante, un lavoro di scavo interiore da compiere salendo scalino dopo scalino: prima, con l’accompagnamento del maestro che spiega, rimprovera, spiega ancora; poi da soli.

Sono diversi livelli di lettura per destinatari diversi. Il primo è chi vuole approfondire il pensiero di Adler, l’allievo di Freud oggi misconosciuto ai più: accusato di poca scientificità, ha messo a diposizione approfondimenti e riflessioni culturali di cui molto si è nutrita la psicologia dell’Io, e non solo. Il Maestro, uno dei protagonisti del saggio, ha il pregio di rendere semplici concetti complessi mentre lavora secondo la “maieutica” socratica: riferimento doveroso, visto che il giovane lo definisce come “Socrate dei nostri giorni”.

Il Giovane, insegnante in crisi professionale e personale che vive la difficoltà nel conciliare teoria e prassi, è il secondo protagonista. Attraverso la sua crisi e i passaggi provocatori del dialogo viene a delinearsi il secondo destinatario: chi frequenta i ragazzi (genitore o educatore che sia) può trovarvi una stimolante riflessione su concetti come lode/rimprovero, o sulle motivazioni dei comportamenti, o sul fine educativo da perseguire: che è l’autonomia intesa come responsabilità della scelta.

Infine, c’è il destinatario privilegiato: ed è chiunque voglia affrontare il tortuoso percorso della conoscenza e di una autodeterminazione libera da competizione. Nella inutilità di farsi prigionieri del passato, o di pensare al futuro che non si conosce, il Maestro offre la domanda guida: “Cosa devo fare, d’ora in poi?”. Da qui il dovere di andare avanti, fare, scegliere. Importante è tenere saldo il rispetto dovuto a se stesso, e alla comunità tutta. Rispetto, è parola piena di concetti: vuol dire accettare la persona per quello che è; significa sviluppare un “sentimento sociale” che spinge a “interessarsi agli interessi altrui”. Significa possedere il coraggio per attivarlo e restarvi fedeli.

Ecco: coraggio è la chiave di tutto. Ci vuole coraggio per iniziare, per continuare, per accettare “il valore di me”, anche nel riconoscere di ”essere normale”.

Ma la felicità? La parola appare verso la fine del percorso conoscitivo avviato, appunto, con coraggio: perché coraggio ci vuole per trovare la vera felicità, quella di essere libero, di amare. E l’amore è l’ultimo dei concetti analizzati, l’ultimo scalino. L’amore, qui, è realtà tutta da costruire: con coraggio, perché “amore e coraggio sono strettamente legati”. Solo così il soggetto potrà passare dall’“io” al “noi”, potrà conquistare “il senso di comunità”.

Non c’è sacrificio. Si costruisce insieme, leggeri, come in una danza. E si sarà felici. Anche per proporre questo libro in tempi di like e faccine ci vuole coraggio? Mi approprio delle parole finali di Kishimi: “Questo libro vi aiuterà a trovare il coraggio di essere più felici? Nulla mi darebbe più gioia”.

ICHIRO KISHIMIFUMITAKE KOGA

Il coraggio di essere felici. L’autentico cambiamento è nelle nostre mani

De Agostini, 2021

pp. 283, euro 16,90

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