Lo Zibaldone
Il concilio di Papa Francesco – la nuova primavera della Chiesa
Giacomo Galeazzi ci invita a riflettere sul legame tra l’azione di Papa Francesco e il magistero del Concilio Vaticano II. Tale legame, secondo l’interpretazione proposta, si configura come un legame programmatico.
Papa Francesco (che ha compiuto da poco ottant’anni – portati splendidamente) opera a cinquant’anni dal Concilio, e, mentre i suoi predecessori hanno avuto a che fare direttamente con quell’evento epocale (Karol Wojtyla e Albino Luciani erano presenti da padri conciliari, Joseph Ratzinger da perito) e ne hanno esaminato l’ermeneutica, ciò che fa Francesco (ordinato sacerdote nel 1969, dunque nel post Concilio) è tradurre in atto quello che il Vaticano II ha stabilito.
In un percorso ricco di interviste e contributi di teologi, filosofi e storici, Galeazzi ci conduce ad una lettura del magistero di Francesco alla luce del magistero conciliare, approfondendo anche le figure degli altri papi, mostrando come ciascuno di essi abbia valorizzato un aspetto del Concilio.
Papa Francesco si è chiesto se, dopo cinquant’anni, i principi stabiliti dal Concilio abbiano realmente trovato attuazione. La risposta è stata negativa, e la sua azione è, dunque, tutta volta all’attuazione di ciò che è rimasto inapplicato. L’azione di Papa Francesco mira ad un’attuazione piena del Concilio. Egli agisce da pastore, con uno stile semplice ed efficace e combatte contro una diffusa cultura dello scarto, che porta ad un aumento delle disparità e a nuove forme di povertà. Occorre una nuova visione etica, una comunicazione adeguata. Significativamente, ciò che più colpisce dell’attuale papa è proprio la comunicazione, che si caratterizza per la sua efficace semplicità.
La pastorale della misericordia di Francesco ha una radice conciliare. Con questo papa, la Chiesa va verso le periferie esistenziali, geografiche, religiose. La Chiesa punta sulla credibilità del suo annuncio, e segue le parole che Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio Vaticano II: sceglie, cioè, la medicina della misericordia invece dell’arma del rigore.
Papa Francesco ritiene che il Concilio Vaticano II sia stato “un fatto indiscutibile”: con esso si è attuata una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Francesco sta sviluppando al massimo gli strumenti che vengono dalla riforma conciliare, come quello della sinodalità.
La Chiesa povera per i poveri, che il papa desidera, deve raggiungere tutte le povertà, e può farlo attraverso tutti i mezzi di comunicazione possibili. Bergoglio si colloca nella continuità, ma ha la forza di uno stile nuovo, che punta finalmente all’essenziale, al Vangelo, per raggiungere tutti.
Giacomo Galeazzi
Il concilio di Papa Francesco – La nuova primavera della Chiesa
Elledici, 2016
pp.236 , Euro 10,00
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