Junior
Il colloquio motivazionale con gli adolescenti
di Anna Rita Guaitoli
Come i gamberi, come le aragoste: quando perdono il guscio sono fragili, possono ricevere ferite che lasceranno cicatrici, e si nascondono. Così, diceva la grande psicoanalista francese Dolto, sono gli adolescenti.
Per quel bisogno tanto normale di nascondersi e difendersi, tendono o a teorizzare a priori le proprie esperienze (intellettualizzazione) o a giustificarle a posteriori (razionalizzazione): comunque rendendo difficile lo scambio, la discussione. Forse “l’adolescente con il suo silenzio crede di aver detto molto”, ancora la Dolto. Crede, appunto. Perché è difficile, dietro la nebbia di troppe parole o troppi silenzi, parlare con loro.
Eppure, non c’è altro da fare: l’adulto che voglia accogliere l’adolescente che sta affrontando pesanti compiti evolutivi, deve trovare la via della comunicazione, al di là di ogni resistenza. Gli autori ci propongono, per instaurare, e mantenere, un dialogo, il colloquio motivazionale: quello che fa sentire “protagonista” il ragazzo, invitandolo a proporre, a scegliere. Si cercherà, certo, di correggere poi il tiro, di potenziare le motivazioni, ma mai obbligando; tanto meno sentenziando.
Per carità: è questa una “modalità di guida” che non deve essere banalizzata nella semplificazione. Sostanzialmente è un metodo per costruire uno “stile di interazione” che sarà da utilizzare in associazione-integrazione con diversi modelli nella relazione terapeutica. E’ una abilità da apprendere, e sempre più da approfondire.
Per tutti, comunque, può essere interessante venire a conoscenza di questo approccio “umanistico” che fa dell’adolescente il protagonista, rispettando la sua autonomia, cercando di rafforzarne l’autostima. Non solo: nel libro, impostato sulla pragmaticità propria della cultura anglosassone, si offrono indicazioni ed esempi utili per un primo approccio ad una comunicazione che parta da un ascolto attivo. Magari anche solo non usando il termine “problema”, evitando domande chiuse, evitando – soprattutto – di dare consigli non richiesti, si potrà sostenere chi, crescendo, deve scegliere tra tante opportunità, con la possibilità di incorrere in tanti rischi.
A questo proposito, nella seconda parte del lavoro, risultano interessanti i dati sulle esperienze di applicazione del colloquio motivazionale relativamente agli aspetti problematici che interessano sempre più i giovani: dall’alcol ai disturbi alimentari, dalle droghe, al comportamento sessuale, ma anche solo ai problemi di studio.
S. Naar-King, M. Suarez, Il colloquio motivazionale con gli adolescenti, ed. Erickson, 2014, pag. 319, € 23,00

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